Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

È l’ora dei Benchmark?

07/05/2007  |  Milano
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
È l’ora dei<i> Benchmark</i>?
Lancio di razzi Qassam.

In Italia nessuno ne parla. I nostri giornalisti ignorano (o, se non ignorano, lasciano nell'ignoranza i lettori). Nelle settimane scorse il dipartimento di Stato americano ha messo sul tappeto una nuova proposta rivolta ai governi palestinese e israeliano. Sono i  Benchmark, degli indici di rendimento che riguardano due questioni molto concrete: la libertà di movimento dei palestinesi e i lanci di missili Qassam sulle cittadine israeliane nel Negev. Vi spieghiamo di che si tratta, prendendo spunto da un articolo di Haaretz.


Una serie di obiettivi minimali con altrettante date di fianco. Dopo mesi di strette di mano tra israeliani e palestinesi ad uso e consumo esclusivo delle telecamere, adesso c’è finalmente qualcosa di concreto attorno a cui discutere. Dopo la Road map il dipartimento di Stato americano stavolta si è inventato i Benchmark, gli indici di rendimento.

Al di là delle ironie sui nomi, si tratta di un passo importante per capire se entrambe le parti hanno almeno qualche intenzione di fare sul serio. I Benchmark infatti non riguardano i massimi sistemi, ma due questioni molto concrete: la libertà di movimento dei palestinesi (compresi gli spostamenti tra Gaza e la Cisgiordania) e i lanci di missili Qassam sulle cittadine israeliane nel Negev. Il documento americano chiede al governo di Israele e all’Autorità nazionale palestinese una serie molto precisa di misure volte a ottenere contemporaneamente questi due obiettivi. Finché non si arriva almeno qui, è il sottointeso, è inutile parlare di un vero e proprio piano di pace.

Il testo dei Benchmark è stato pubblicato qualche giorno fa dal quotidiano israeliano Haaretz e lo riproponiamo all’attenzione dei nostri lettori. Con un’osservazione molto preoccupata: di questa vicenda in Italia non sta parlando assolutamente nessuno. Il conflitto israelo-palestinese si è ormai talmente incartato nei dibattiti ideologici che, quando dopo anni ormai di bonaccia, spunta finalmente un’iniziativa seria, non ce ne accorgiamo neanche.

Gli americani, infatti, questa volta hanno centrato le due questioni fondamentali:

1) l’isolamento di Gaza: un territorio di 360 chilometri quadrati con 1,4 milioni di abitanti non può sopravvivere da solo; il caos in cui è sprofondata la striscia dipende anche da questo;

2) la questione dei Qassam: finché non finisce il lancio praticamente quotidiano di questi missili ogni ipotesi di dialogo è pura accademia.

Oggi occorrerebbe un’opinione pubblica che desse forza a questa iniziativa. Invece, almeno da noi, i media non sanno neanche di che cosa si stia parlando. Così il governo di Israele (o ciò che ne resta) e Hamas stanno già dicendo molto chiaramente che dei Benchmark non se ne parla. E il rischio è che gli americani si ritirino un’altra volta dal tavolo, come è già successo tante volte nell’era Bush. Il Medio Oriente sta per perdere l’ennesima occasione.

 
Clicca qui per leggere il documento pubblicato da Haaretz

La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle