Le esperienze di microcredito si diffondono anche in Medio Oriente. A Gerusalemme opera la San Miniato Foundation, che finanzia piccole realtà artigianali con lo scopo di contribuire a frenare l'esodo dei cristiani dalla Terra Santa.
Quando parliamo di banche pensiamo immediatamente ad interessi, mutui, condizioni di credito ma anche al loro potere. Non sono istituti di beneficenza, ma imprese finanziarie. Nate originariamente, come ospedali e scuole, dalla preoccupazione pastorale della Chiesa per i più poveri e bisognosi, hanno assunto nel tempo ben altra fisionomia. Le banche, fondate anche per combattere l’usura, oggi sono esse stesse identificate come soggetti che praticano una sorta di usura legale.
Fortunatamente non sempre è così, tanto che da diversi anni si va recuperando una dimensione etica della finanza e del credito. Nascono addirittura «banche etiche» con lo scopo di praticare scelte non solo economicamente ma anche eticamente corrette . Il loro impegno è teso a sostenere progetti di cooperazione e l’impresa di chi può portare a garanzia soltanto il proprio lavoro.
A Gerusalemme esiste una esperienza originale da questo punto di vista: una banca italiana che non si preoccupa innanzitutto del profitto ma che vuole aiutare l’economia dei più deboli e frenare l’esodo delle famiglie cristiane dalla Terra Santa.
Questa banca ha istituito una Fondazione, denominata The People of San Miniato Foundation. È una associazione nata nel 2005 con l’ obiettivo principale di aiutare a creare solidarietà e fratellanza tra i popoli che vivono in Terra Santa ed in particolare tra israeliani e palestinesi, mediante il finanziamento di progetti per la creazione o la rinascita di piccole attività artigiane e manifatturiere. Tali finanziamenti nel primo progetto sono stati rivolti a persone dei territori di Gerusalemme Est e del Comune di Betlemme con un sistema di rimborso mensile, senza la corresponsione di interessi.
Nel novembre 2005 è stato emanato il primo bando per l’assegnazione dei finanziamenti per un importo complessivo di oltre 73 mila euro.
L’iniziativa si è dimostrata efficace; le imprese finanziate infatti, pur con difficoltà facilmente immaginabili, stanno procedendo regolarmente nell’attività e nei rimborsi. Attraverso l’iniziativa sono stati creati 37 nuovi posti di lavoro. Piccola cosa rispetto ai bisogni ma sicuramente un segno ed una iniziativa pilota da espandere in maniera forte.
In questi giorni la San Miniato Foundation sta progettando un secondo bando per l’attribuzione dei finanziamenti. I risultati ottenuti e la soddisfazione espressa dai collaboratori israeliani e palestinesi, fanno credere che quello che poco tempo fa sembrava un sogno possa dare un contributo importante alla creazione di solidarietà e fratellanza fra i popoli che vivono in Terra Santa.
Le banche e le fondazioni che da esse promanano sono tantissime in Italia. Perché non tentare un coinvolgimento più vasto? Oggi più che mai c’è bisogno di microcredito e di esperienze come quella che vi abbiamo raccontato, non solo per frenare miseria ed esodo, ma per dare dignità alle persone e sostituire l’impegno corresponsabile all’inutile assistenzialismo.