Anche sui giornali arabi si guarda ovviamente con grande preoccupazione ai fatti drammatici in corso a Gaza. Con giudizi sempre durissimi sul comportamento di Hamas e Fatah. Nell'editoriale che riportiamo a mo' di esempio, il libanese The Daily Star sostiene che «Hamas prosegue la tradizione palestinese di sprecare ogni opportunità». Altri, come il Jordan Times, si chiedono se Fatah, bocciato dall'elettorato eppure rimasto con gli stessi uomini ai vertici, rappresenti una credibile alternativa ad Hamas.
Anche sui giornali arabi si guarda ovviamente con grande preoccupazione ai fatti drammatici in corso a Gaza. Con giudizi sempre durissimi sul comportamento di Hamas e Fatah. Nell’editoriale che riportiamo a mo’ di esempio, il libanese The Daily Star sostiene che «Hamas prosegue la tradizione palestinese di sprecare ogni opportunità». «Se vuole dimostrare davvero di meritare il mandato ricevuto nel gennaio 2006 – continua l’articolo – deve cominciare col rompere questa abitudine all’autodistruzione. E il primo logico passo è interrompere immediatamente la lotta intestina con Fatah».
C’è, però, anche chi non addossa le colpe di questa situazione solo su Hamas. È il caso del quotidiano di Amman The Jordan Times, che ricorda come nonostante la pesante sconfitta nelle elezioni di un anno e mezzo e fa dentro Fatah non sia cambiato assolutamente nulla. I leader intorno ad Abu Mazen sono rimasti gli stessi che il voto popolare aveva duramente punito accusandoli di corruzione. Può essere questa l’alternativa ad Hamas?
Su una cosa tutti i media arabi sono ovviamente d’accordo: nel decretare che la politica del boicottaggio del governo Hanyeh, voluta da Israele e dagli Stati Uniti, ha solo peggiorato le cose. Osservazione probabilmente vera. Però bisognerebbe aggiungerne che nemmeno gli Stati arabi sono immuni da responsabilità. Che cosa ha fatto l’Egitto per bloccare il massiccio ingresso di armi a Gaza? Perché l’Arabia Saudita si è lasciata imporre dalle fazioni i termini di un accordo nato alla Mecca già fragilissimo? Perché non ha avuto il coraggio di mettere tra le condizioni l’invio di una forza di pace araba che aiutasse a riportare l’ordine a Gaza? Per domani è convocato un vertice d’emergenza della Lega Araba. Con una guerra civile in atto in Iraq e due praticamente già iniziate in Palestina e Libano, la paura che l’intera regione si infiammi è molto alta. Almeno questa volta i Paesi arabi capiranno che non possono continuare a sperare che siano Washington, Mosca o Bruxelles a togliergli le castagne dal fuoco?
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