L'organismo umanitario B'Tselem denuncia che non lontano da Gerico, in Cisgiordania, l'esercito israeliano da marzo blocca l'accesso alle spiagge del Mar Morto ai palestinesi. Non per ragioni di sicurezza ma, pare, per di assicurare un tranquillo relax ai clienti israeliani di alcuni impianti balneari.
Gran parte della costa occidentale del Mar Morto rientra nei Territori palestinesi della Cisgiordania. Ciononostante essa è costeggiata da un’ampia strada su cui i veicoli con targa israeliana circolano sicuri, grazie alla protezione dell’esercito di Israele, che impone restrizioni – quando non divieto totale di transito – agli automobilisti palestinesi sprovvisti di apposite autorizzazioni.
Nel punto in cui l’arteria raggiunge il grande lago salato scendendo da Gerusalemme, sorgono vari stabilimenti balneari – con ampi parcheggi e ristorazione – ad uso dei bagnanti israeliani e dei turisti. L’organismo umanitario B’Tselem denuncia che pur di assicurare il tranquillo relax dei clienti di quegli impianti l’esercito blocca l’accesso ai palestinesi. La decisione, precisa l’associazione israeliana, è piuttosto recente: fino a marzo i palestinesi diretti al mare non subivano particolari impedimenti se non nei fine settimana, in concomitanza con l’afflusso massiccio di israeliani.
Il blocco avverrebbe soprattutto al posto di controllo di Almog, nei pressi dell’incrocio di Beit Ha’arava, situato pochi chilometri a sud di Gerico. Da marzo il check-point è diventato un presidio permanente, i cui militari negherebbero l’accesso alle spiagge anche ai palestinesi dotati di permessi d’accesso al territorio israeliano. Ciò accade in assenza di ordini scritti ufficialmente diramati dai comandi militari e a scapito della libertà di movimento dei palestinesi nei loro Territori. B’Tselem è convinta che non vi siano ragioni di sicurezza a giustificare il divieto d’accesso alle spiagge.