Toni allarmati questa mattina su tutti i quotidiani israeliani per un sondaggio proveniente dagli Stati Uniti secondo cui è in drastico calo tra i giovani ebrei americani il sostegno a Israele. Come spiega l'articolo di Yedioth Ahronot che rilanciamo, negli Stati Uniti solo il 54 per cento degli ebrei non ortodossi con meno di 35 anni si dichiara a proprio agio rispetto all'idea di uno Stato ebraico. E, addirittura, solo il 48 per cento ritiene che la distruzione di Israele sarebbe una tragedia personale.
Toni allarmati questa mattina su tutti i quotidiani israeliani per un sondaggio proveniente dagli Stati Uniti secondo cui è in drastico calo tra i giovani ebrei americani il sostegno a Israele. Come spiega l’articolo di Yedioth Ahronot che rilanciamo, negli Stati Uniti solo il 54 per cento degli ebrei non ortodossi con meno di 35 anni si dichiara a proprio agio rispetto all’idea di uno Stato ebraico. E, addirittura, solo il 48 per cento ritiene che la distruzione di Israele sarebbe una tragedia personale.
Tanto per dare un termine di paragone, gli ultra sessantacinquenni che rispondono in questo modo alle stesse domande sono rispettivamente l’81 per cento (Stato ebraico) e il 77 per cento (distruzione di Israele). Gli ebrei ortodossi – esclusi dal sondaggio perché è dato per scontato il loro sostegno allo Stato ebraico – sarebbero circa l’8 per cento. Quindi non sono in grado di spostare il dato in maniera significativa (anche se sono una minoranza molto agguerrita).
Negli Stati Uniti si stima vivano sei milioni di ebrei, più o meno tanti quanti in Israele. È lo studio stesso – commissionato da un’organizzazione ebraica come la Fondazione Bronfman – a ricordare il ruolo avuto dalla comunità ebraica nell’influenzare la politica degli Stati Uniti a sostegno di Israele. Di qui la denuncia del rischio che un cambio di atteggiamento possa avere ripercussioni pesanti sul futuro dello Stato ebraico. Un nuovo scricchiolio che pone in realtà il problema molto più ampio del rapporto tra Israele e la diaspora. E di un’identità ebraica che – probabilmente – è alla ricerca di strade nuove per perpetuarsi. A fianco di Israele, certo. Ma senza per questo rimanerne schiacciata.
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