Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Shireen non s’arrende

16/10/2007  |  Milano
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Shireen non s’arrende

La voce di oggi non la prendiamo da un giornale del Medio Oriente: l'abbiamo ascoltata di persona, nella sede delle Edizioni Terra Santa a Milano, lunedì 8 ottobre. È la voce di Shireen Essawi, palestinese di Gerusalemme Est, che insieme ad Annat Marnin-Shaham, israeliana di Tel Aviv, ci ha parlato dell'esperienza del Parents Circle, l'associazione che riunisce insieme i familiari delle vittime del conflitto. Eravamo freschi di questa testimonianza quando abbiamo appreso da Shireen che in sua assenza gli agenti antiterrorismo israeliani erano stati di notte a casa sua, mettendo tutto a soqquadro.


Porta di Jaffa un po’ particolare: la voce di oggi, infatti, non la prendiamo da un giornale del Medio Oriente; l’abbiamo ascoltata di persona, nella sede delle Edizioni Terra Santa a Milano, lunedì 8 ottobre.

È la voce di Shireen Essawi, palestinese di Gerusalemme Est, che insieme ad Annat Marnin-Shaham, israeliana di Tel Aviv, ci ha parlato dell’esperienza del Parents Circle, l’associazione che riunisce insieme i familiari delle vittime del conflitto. Shireen e Annat tornavano da Assisi, dove con gli amici della Tenda della pace di Bellusco (Milano) hanno partecipato insieme alla Marcia della Pace Perugia-Assisi domenica 7 ottobre. Quella sera Shireen ci ha parlato della sua storia. Dei tre lutti vissuti dalla sua famiglia: la morte dello zio nel 1982 in Libano sotto un bombardamento israeliano; la morte della nonna, soffocata durante la prima intifada a causa del fumo dei gas lacrimogeni; la morte di Fadi, il fratello di Shireen, colpito a diciassette anni da una pallottola vagante sparata da un soldato israeliano nel 1994. Eppure Shireen si incontra con chi – dall’altra parte della barricata – ha sofferto lo stesso dolore per mano palestinese per dire insieme che l’odio non serve a mettere fine al conflitto. E dice che anche i suoi due fratelli, finiti in carcere nel 2002  a causa degli scontri a Ramallah, la sostengono in questo suo impegno.

Eravamo freschi di questa testimonianza quando abbiamo ricevuto una mail da Shireen: appena atterrata a Gerusalemme ha scoperto che gli agenti antiterrorismo israeliani erano stati di notte a casa sua, mettendo tutto a soqquadro. Hanno arrestato di nuovo suo fratello minore e hanno sequestrato dei file dal computer di Shireen, che di professione fa l’avvocato e lavora all’ufficio del ministero dell’Anp che si occupa dei diecimila prigionieri palestinesi tuttora nelle carceri israeliane.

Con gli amici di Bellusco abbiamo scritto a Shireen per esprimerle la nostra vicinanza. Questa è stata la sua risposta: «Ancora non ho notizie di mio fratello, ma continuo a credere che un giorno avremo una vita normale in pace. E io devo essere forte per continuare il mio lavoro per un futuro migliore. Oggi è festa (Eid al Fitr), è molto dura, ma domani ho un incontro con un gruppo di israeliani per parlare di pace e riconciliazione e questo mi dà la forza per andare avanti. Malgrado tutto crediamo ancora nella pace e ci diamo da fare per promuoverla». Parole importanti in una vicenda emblematica. Perché il rischio – ancora una volta – è quello di dividere i palestinesi tra buoni e cattivi. E pensare che il conflitto entri dentro alla vita solo dei secondi. Anche la questione dei prigionieri è una questione complessa. E illudersi che nelle carceri israeliane finiscano solo estremisti assetati di sangue – pronti a colpire il giorno dopo che verranno liberati – non è un modo per aiutare Israele a trovare la pace.

Clicca qui per leggere il comunicato della Tavola della pace sulla storia di Shireen

La voce di un silenzio sottile
Johannes Maria Schwarz

La voce di un silenzio sottile

Un cercatore di Dio racconta
Il giardino segreto
Roberta Russo

Il giardino segreto

L’Albero del Natale e gli altri simboli della tradizione
David Maria Turoldo
Mario Lancisi

David Maria Turoldo

Vita di un poeta ribelle