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Padre Pizzaballa: Israele e la Chiesa si conoscano meglio

05/12/2007  |  Roma
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Padre Pizzaballa: Israele e la Chiesa si conoscano meglio

Per padre Pierbattista Pizzaballa le Chiese di Terra Santa «hanno il dovere di capire sempre di più lo Stato israeliano e di rapportarsi ad Israele come a una società civile e religiosa effervescente e ricca». D'altra parte anche lo Stato ebraico va aiutato a «conoscere la Chiesa, una realtà piccola ma radicata e con una tradizione antichissima legata ai Luoghi Santi» che in nessun modo «deve essere esclusa dai governanti nella costruzione politica del futuro del Medio Oriente». Con queste parole il Custode di Terra Santa ha aperto lo scorso lunedì 3 dicembre, in video-messaggio da Gerusalemme, il convegno Il dialogo tra popoli, culture e religioni. Le relazioni tra Santa Sede e Israele promosso a Roma dalla Pontificia Università Lateranense e dall'ambasciata israeliana presso la Santa Sede.


Per padre Pierbattista Pizzaballa le Chiese di Terra Santa «hanno il dovere di capire sempre di più lo Stato israeliano e di rapportarsi ad Israele come a una società civile e religiosa effervescente e ricca». D’altra parte anche lo Stato ebraico va aiutato a «conoscere la Chiesa, una realtà piccola ma radicata e con una tradizione antichissima legata ai Luoghi Santi» che in nessun modo «deve essere esclusa dai governanti nella costruzione politica del futuro del Medio Oriente».

Con queste parole il Custode di Terra Santa ha aperto lo scorso lunedì 3 dicembre, in video-messaggio da Gerusalemme, il convegno Il dialogo tra popoli, culture e religioni. Le relazioni tra Santa Sede e Israele promosso dalla Pontificia Università Lateranense e dall’ambasciata israeliana presso la Santa Sede. Hanno partecipato, oltre al rettore della Lateranense, mons. Rino Fisichella e all’ambasciatore israeliano Oden Ben Hur, anche il senatore a vita Giulio Andreotti e l’ex vice-sindaco di Gerusalemme, l’architetto David Cassutto.

Nell’intervento da Gerusalemme il Custode ha sottolineato «l’importanza della Chiesa di Terra Santa»: «una Chiesa piccola, con tante speranze e con tanti problemi, ma sicuramente molto importante perché è la Chiesa di miliardi di credenti e che insieme ai francescani custodisce i Luoghi Santi della Redenzione, ovvero il punto di riferimento di tutte le Chiese del mondo».

«È necessario aiutare le Chiese locali – ha detto – ad inserirsi sempre di più nella realtà religiosa, politica e culturale della Terra Santa, dell’Autonomia palestinese e dello Stato di Israele». «Mentre nell’Autonomia palestinese – ha spiegato – la Chiesa è già molto ben inserita, dobbiamo lavorare di più perché sia sempre più consapevole della realtà di Israele, che è una realtà con la quale dobbiamo essere continuamente in dialogo. La Chiesa deve capire sempre di più lo Stato israeliano e rapportarsi a Israele non solo come ad una realtà legata al conflitto israelo-palestinese ma come una società civile, culturale, religiosa effervescente, ricca, carica sicuramente di problemi ma anche di aspetti positivi con la quale la Chiesa ha il dovere di essere in relazione». D’altra parte, ha rimarcato padre Pizzaballa, «bisogna aiutare anche Israele a conoscere la Chiesa, che è sì una realtà piccola, ma radicata e con una tradizione fortissima e antichissima in quei territori, legata ai Luoghi Santi ma con tradizioni culturali che devono essere conosciute e rispettate». Il padre Custode ha concluso con un forte appello alla comunità internazionale affinché «nelle decisioni che dovranno prendere i governanti tengano in considerazione l’importanza dell’antichissima realtà cristiana di Terra Santa, che non deve essere esclusa nella costruzione politica del futuro del Medio Oriente».

Il rettore della Lateranense, che è anche cappellano della Camera dei deputati, ha reso noto il desiderio di molti parlamentari italiani di ripetere nel 2008 il pellegrinaggio che lui guidò in Terra Santa con 60 parlamentari dei due schieramenti. L’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, Oded Ben Hur, ha ripercorso le «tappe» del cammino di riavvicinamento intrapreso da Giovanni Paolo II verso Israele nel corso del suo pontificato e ha auspicato il progressivo «superamento dell’abisso di ignoranza» che ancora oggi separa cristiani ed ebrei nella conoscenza reciproca. Interpellato a margine della conferenza in vista della prossima riunione plenaria, il 12 dicembre a Gerusalemme, della Commissione bilaterale Vaticano-Israele incaricata di redigere un accordo sulle proprietà e le tasse della Chiesa in Israele, l’ambasciatore Ben Hur ha detto che «l’85 per cento dei problemi è stato risolto» e che lo Stato israeliano è impegnato a chiudere quanto prima il negoziato con la Santa Sede e che spera di giungere alla firma di un testo nel 2008.

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