Visita all'antica stazione della ferrovia che collegava Egitto e Turchia. Un luogo di grande fascino, a picco sul mare, testimone di un Medio Oriente che non esiste più.
Bianche scogliere che si tuffano nel mare, grotte scavate dall’impeto delle acque, giochi di luce e zaffate intense di salmastro: un paesaggio spettacolare, avvolto nella storia e nella leggenda. Siamo a Rosh Hanikra, località arroccata sulla costa nell’estremo nord di Israele, al confine con il Libano. Si arriva dall’alto, dove la strada si interrompe al cancello che segna il confine con il Paese dei Cedri. Un doppio cartello indica le distanze: «Gerusalemme 205 Km» e, nell’altra direzione, «Beirut 120 Km». Un’atmosfera tranquilla, sebbene presidiata dalle auto militari che ci ricordano il recente conflitto con il Libano. Non c’è più traccia dei missili che nell’estate 2006 segnarono questa regione, tutto sembra rifiorito e tornato alla normalità. Dalla strada si scende con la cabinovia per un breve tratto quasi a picco sul mare: all’arrivo ci si trova in quella che un tempo fu la stazione ferroviaria della linea che collegava l’Egitto con Istanbul, lungo l’antica via carovaniera che metteva in comunicazione Africa, Libano, Siria, Turchia. Una strada aperta dagli inglesi durante il primo conflitto mondiale, completata successivamente con un tunnel di 250 metri scavato nella roccia. Un passaggio chiuso definitivamente durante la Guerra d’Indipendenza israeliana nel 1948 per scongiurare gli attacchi dal vicino Libano. Un tuffo nella storia: si vedono ancora i binari, ma soprattutto si sente l’odore di carbone lasciato dalle antiche locomotive. In una sala attrezzata all’interno della galleria è possibile vedere un video che illustra la storia del luogo: le bellezze naturali e l’importanza che in passato ebbe questo passaggio per le vie carovaniere.
Proseguendo lungo un camminamento esterno che asseconda la scogliera di gesso bianchissimo, si scende all’interno delle grotte scavate dalla potenza delle acque del Mediterraneo, che qui da secoli obbediscono alla forza delle correnti e dei venti: tra questi anfratti pare di sentire l’eco della voce della fanciulla che, secondo una leggenda locale, preferì lanciarsi dallo sperone più alto piuttosto che piegarsi al matrimonio combinato dal padre.
Ci si può inoltrare tra le rocce lambite dagli spruzzi del mare, fin là dove filtra la luce, che per un gioco di riflessi tra le pareti crea un’atmosfera davvero suggestiva. Riserva naturale incontaminata per pesci, uccelli e piante marine, Rosh Hanikra è anche paradiso per i sub o per gli amanti del kajak che si insinuano tra le piccole baie e si lasciano trasportare dalla corrente.