Comunità di pace
Come ogni anno il Papa ha rivolto alle comunità ecclesiali e a tutti gli «uomini di buona volontà» un messaggio in occasione della Giornata mondiale della pace, che si celebra il primo gennaio. Il tema scelto è: «Famiglia umana, comunità di pace». La riflessione di Benedetto XVI tocca il centro dell’esperienza umana (la famiglia come prima forma di comunione tra un uomo e una donna, «prima agenzia di pace») e si allarga ad esaminare gli aspetti che le relazioni tra gli uomini generano. «Anche i popoli della terra – scrive il Papa – sono chiamati ad instaurare tra loro rapporti di solidarietà e di collaborazione, quali s’addicono a membri dell’unica famiglia umana».
Rafforzare la famiglia, le relazioni che in essa nascono e si sviluppano, significa quindi coltivare la capacità di dialogo e di tolleranza, e rafforzare la pace nell’intera comunità nazionale e internazionale. E anche la «comunità sociale, per vivere in pace, è chiamata a ispirarsi ai valori su cui si regge la comunità familiare». Dopo aver toccato le relazioni tra famiglia umana, ambiente, economia e legge morale, l’attenzione del Papa si è concentrata sul tema del «superamento dei conflitti», un argomento che tocca da vicino la realtà del Medio Oriente e della Terra Santa in particolare.
«L’umanità vive oggi, purtroppo, grandi divisioni e forti conflitti che gettano ombre cupe sul suo futuro. Vaste aree del pianeta sono coinvolte in tensioni crescenti, mentre il pericolo che si moltiplichino i Paesi detentori dell’arma nucleare suscita motivate apprensioni in ogni persona responsabile. Sono ancora in atto molte guerre civili nel Continente africano, sebbene in esso non pochi Paesi abbiano fatto progressi nella libertà e nella democrazia. Il Medio Oriente è tuttora teatro di conflitti e di attentati, che influenzano anche Nazioni e regioni limitrofe, rischiando di coinvolgerle nella spirale della violenza». Il Papa esorta quindi «le autorità a riprendere con più ferma determinazione le trattative in vista dello smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistenti», e lancia un appello a ogni uomo e ogni donna affinché prenda «più lucida consapevolezza della comune appartenenza all’unica famiglia umana e ad impegnarsi perché la convivenza sulla terra rispecchi sempre di più questa convinzione da cui dipende l’instaurazione di una pace vera e duratura».
E ai credenti l’invito pressante a farsi interpreti dei veri valori della famiglia e ad «implorare da Dio senza stancarsi il grande dono della pace».