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Cattolici ebreofoni nel Web

06/02/2008  |  Milano
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Il 22 dicembre 2007 è stato varato il sito web della comunità cattolica di espressione ebraica che vive in Israele. Lo si può consultare in quattro lingue diverse (ebraico, francese, inglese e russo) e vale la pena di farlo per accostare un aspetto poco noto della cattolicità che vive in Terra Santa.


Il 22 dicembre 2007 è stato varato il sito web della comunità cattolica di espressione ebraica che vive in Israele. Lo si può consultare in quattro lingue (ebraico, francese, inglese e russo) digitando nel browser l’indirizzo www.catholic.co.il e vale la pena di farlo per accostare un aspetto poco noto della cattolicità che vive in Terra Santa.

Il titolo ci introduce nella vita del vicariato dei cattolici ebreofoni in Israele, una delle articolazioni pastorali del patriarcato latino di Gerusalemme. Il patriarca Michel Sabbah lo affida alle cure di un vicario, che attualmente è padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa.

I primi passi di questo servizio pastorale ai cattolici di lingua ebraica risale al 1955 quando fu fondata l’Associazione di San Giacomo, che prende il nome dall’apostolo che fu il primo capo della comunità cristiana raccoltasi a Gerusalemme subito dopo la morte, risurrezione e ascensione al Cielo di Gesù.

L’Associazione nacque per assicurare la cura pastorale a quei cattolici immigrati in Israele dopo il 1948 al seguito di congiunti ebrei. Nel corso degli anni accolse anche il contributo di varie persone consacrate (uomini e donne), di origine europea ma di ceppo ebraico, sovente molto impegnate sul versante dello studio e del dialogo con il giudaismo. Nella sezione Storia, il sito presenta 15 di queste personalità, talune note anche al grande pubblico – come padre Bruno Hussar, fondatore di Nevé Shalom-Wahat as-Salam -, altre rimaste nell’ombra come tesori nascosti. Degna di interesse anche la cronistoria della piccola comunità ebreofona in Israele, suddivisa in tre periodi che vanno dal 1947 ai nostri giorni.

Oggi i cattolici ebreofoni in territorio israeliano sono poche centinaia (anche in ambito luterano vi sono comunità analoghe) e formano sei gruppi. Ai quattro stanziati nelle città principali – Gerusalemme, Tel Aviv-Jaffa, Haifa e Beer Sheba – si affiancano due comunità di lingua russa, composte da membri di recente immigrazione, una a nord, in Galilea, e una nel centro-sud.

I compiti essenziali del vicariato sono di alimentare la vita cristiana dei cattolici di lingua ebraica; fare da ponte tra la Chiesa universale e il popolo di Israele; testimoniare i valori della pace e della giustizia, del perdono e della riconciliazione in un contesto di violenza e guerra come quello della Terra Santa.

Il vicariato promuove l’assistenza ai membri più poveri, pubblica testi liturgici e catechetici, e forma i membri più giovani della comunità, aiutandoli ad essere presenti da cristiani in seno alla società israeliana.

Chi conosca la lingua ebraica, nel sito web ha anche a disposizione, in formato pdf, gli ultimi numeri del foglio di collegamento Kol Rina («Grido di giubilo»). Non mancano alcuni documenti, una breve bibliografia, le foto dei sacerdoti che assistono la comunità e una manciata di utili link.

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