Pensionati tuttofare
Se vent’anni fa avessero detto a Giancarlo Raggi, oggi tecnico dell’Enel in pensione, che un giorno avrebbe fatto l’archeologo sul mare di Galilea, probabilmente non ci avrebbe creduto. E invece il volontariato in Terra Santa ha spalancato nella sua vita prospettive davvero inimmaginabili. «Lo scorso autunno su richiesta di padre Stefano De Luca della Custodia francescana, abbiamo lavorato nel sito archeologico di Magdala, la città della Maddalena situata non lontano da Cafarnao – racconta Giancarlo -: ai tempi di Gesù era una città di molte migliaia di abitanti; recentemente grazie agli scavi, lì è tornato alla luce anche un tratto della via maris, l’antica strada che portava dal lago a Gerusalemme, su cui Gesù ha sicuramente camminato».
Giancarlo è il presidente dell’associazione «Romano Gelmini per i popoli della Terra Santa». Un ente di volontariato che nasce ufficialmente nel 2005 e conta 35 volontari attivi sia in Italia che, attraverso missioni circoscritte, in Israele e Palestina. L’associazione ha origine da un incontro in apparenza fortuito: «Nell’estate del 2004, in pensione da poco, mi avevano incaricato di organizzare l’accoglienza degli oltre tremila volontari del Meeting di Rimini – racconta Raggi -. Al termine della manifestazione mi presentano Ettore Soranzo, un Memores domini (cioè un consacrato della Fraternità di Comunione e liberazione – ndr) impegnato a Nazaret come direttore tecnico dell’ospedale Sacra Famiglia diretto dai Fatebenefratelli. E lui mi lancia una provocazione: visto che avete così tanti volontari, mi dice, perché non fate qualcosa per la Terra Santa?». Lo stesso autunno un primo gruppo di dieci amici, quasi tutti pensionati, parte alla volta di Nazaret, dove risistema da cima a fondo una struttura in disuso dell’ospedale. Durante quelle due settimane di lavoro, nasce il desiderio di fondare una vera associazione che possa richiedere fondi, raccogliere volontari, operare in modo più organizzato. «Il nome lo abbiamo scelto in ricordo di Romano Gelmini – spiega Giancarlo -, un amico mancato proprio dopo averci suggerito questa forma di impegno». Ogni anno l’associazione organizza almeno due viaggi di lavoro alla volta dei Luoghi Santi: uno in primavera, l’altro in autunno. Imbiancature, murature, saldature e lavori elettrici. Ma anche l’ordinaria manutenzione dei posti più visitati dai pellegrini di tutto il mondo: nel 2006, ad esempio, l’associazione si occupa della pulitura dalle sterpaglie del sito archeologico di Cafarnao, ovvero proprio la casa dell’apostolo Pietro, compresa la potatura delle piante e dei cespugli presenti nel sito. E infine l’irrorazione dei resti archeologici con un liquido protettivo. «Nell’ultima missione a Magdala, lo scorso autunno, abbiamo ristrutturato un piccolo convento, da cima a fondo – racconta Raggi -: adesso potrà essere abitato dai frati della Custodia, che renderanno più vivo quel luogo».
Ma il lavoro manuale è tra le tante cose che l’associazione fa, forse la meno fondamentale: «Andiamo in Terra Santa prima di tutto per una crescita umana e personale – spiega Raggi -; l’aiuto ai frati e ai cristiani che vivono laggiù è conseguente. La cosa che mi emoziona di più è il rapporto con le persone che incontriamo e con i cristiani locali. È davvero una grazia che ci viene data».
(Per maggiori informazioni visita il sito web dell’Associazione)