I check-point e i blocchi stradali in Cisgiordania indeboliscono il processo di pace. Lo sostengono 12 generali in congedo dell'esercito israeliano, in una lettera indirizzata mercoledì 13 febbraio, a Ehud Barak, ministro della Difesa di Israele. «L'umiliazione e l'odio che i blocchi stradali producono spingono i palestinesi ad appoggiare i gruppi militari e unirsi ad Hamas», afferma Shlomo Brom, uno dei firmatari della lettera.
(c.g.) – I check-point e i blocchi stradali in Cisgiordania indeboliscono il processo di pace. Lo sostengono 12 generali in congedo dell’esercito israeliano, in una lettera indirizzata mercoledì 13 febbraio, a Ehud Barak, ministro della Difesa di Israele.
«L’umiliazione e l’odio che i blocchi stradali producono spingono i palestinesi ad appoggiare i gruppi militari e unirsi ad Hamas», afferma Shlomo Brom, uno dei firmatari della lettera, generale in congedo con una carriera nell’aeronautica e, negli anni Novanta, protagonista nei negoziati di pace con Siria, Giordania e Palestina. Come alternativa Brom indica truppe mobili che possano allestire check point temporanei, sulla scorta di informazioni precise su eventuali attività armate. «Gli attuali blocchi stradali non sono comunque abbastanza efficaci – ha commentato amaramente Brom -: non hanno evitato, ad esempio, all’inizio di febbraio a due terroristi di spostarsi dalla città di Hebron, per farsi esplodere a Dimona, provocando la morte di una donna e undici feriti».
«Siamo convinti che le alternative che proponiamo siano meglio dei check point che limitano i movimenti dei palestinesi», spiega Ilan Paz, uno dei generali firmatari, ex-responsabile dell’amministrazione militare dei territori occupati. «Bisogna capire che è dannoso mantenere i palestinesi di là dal muro, senza una prospettiva di speranza per la loro economia, impossibilitati a spostarsi da un luogo all’altro. Questo crea una situazione tale da favorire il terrore. Dobbiamo ricordarcelo».
La rimozione dei check point è una delle questioni aperte dei negoziati in corso tra israeliani e palestinesi, che secondo i recenti accordi di Annapolis, dovrebbero portare ad una pace definitiva entro il 2008. «Togliere i blocchi stradali potrebbe dare forza anche al presidente dell’autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, nell’affrontare il movimento di Hamas».
I blocchi stradali comparvero per la prima volta negli anni Ottanta, al tempo della prima intifada. Oggi secondo un rapporto delle Nazioni Unite, hanno superato quota 550.