Concittadini solidali
Sulla carta d’identità di Natale Olivari, medico in pensione, c’è scritto «cittadino italiano». Nel profondo dell’animo però, come tutti gli altri volontari della sua associazione, sa di essere anche un concittadino di Terra Santa. «È così: ci sentiamo profondamente partecipi delle vicissitudini dei cristiani di Terra Santa – spiega Olivari -; per questo abbiamo scelto come nome della nostra associazione proprio quello di Concittadini di Terra Santa. Vogliamo partecipare alle loro vicende e alla loro passione, cercando di aiutarli».
L’«Associazione Concittadini di Terra Santa e operatori di pace Onlus» nasce nel Natale del 2003 a San Donato Milanese, da un gruppo di volontari che svolge già da tempo attività a favore della Terra Santa. L’idea che li unisce è di poter aiutare concretamente don Pietro Madros, sacerdote palestinese che si dedica all’educazione dei bambini nelle scuole e che attualmente è, tra l’altro, docente di Sacra Scrittura all’Università di Be tlemme.
«Don Madros ci manifestò subito la necessità di sostenere i figli dei cristiani più poveri – racconta Olivari -; occorrevano borse di studio per garantire la loro istruzione. Così abbiamo lanciato l’idea: quando abbiamo iniziato il valore di una borsa era di 300 mila lire; oggi chiediamo 360 euro. Nel tempo abbiamo proposto anche ad alcune scuole italiane di gemellarsi con istituti palestinesi e la cosa sta dando i suoi frutti».
Suor Gisella è la responsabile dell’Istituto delle Suore domenicane del Santissimo Rosario di Melegnano (Milano): «Grazie a Concittadini, da alcuni anni siamo gemellati con una scuola cristiana di Nablus, una città molto povera della Cisgiordania – racconta suor Gisella -. Per raccogliere offerte abbiamo inventato uno strumento che si chiama il "Solidarometro": ogni mese gli studenti ci versano i soldi equivalenti al costo di una merendina. E noi, due volte all’anno versiamo il ricavato ai Concittadini, che a loro volta lo mandano a don Madros – spiega suor Gisella -. Il gemellaggio ha un valore educativo importante: i ragazzi italiani e palestinesi si scrivono lettere in inglese; e, confrontandosi, i nostri studenti capiscono ad esempio la fortuna di vivere in un Paese privo di guerra; e di avere un papà che lavora e può mantenere la famiglia».
Aiutare la Terra Santa significa anche sostenere la voce dei cristiani. Per questo i Concittadini hanno scelto di correre in soccorso della rete televisiva palestinese Al Mahed, La Natività, la cui sede sorge al confine dei territori dei due villaggi cristiani di Betlemme e Beit Sahur. Al Mahed trasmette dal ’96 senza neppure un giorno di interruzione, nonostante la guerra e le difficoltà. Si tratta dell’unica televisione in Palestina ad avere una palinsesto attento ai temi cristiani: programmi di educazione, informazione e anche di formazione religiosa; sia cristiani, sia musulmani. «È una tivù che fa giustizia ai cristiani e alla Chiesa, promuovendo la causa della moderazione, dell’equilibrio e della non-violenza – spiegano i volontari -. Il proprietario è un cristiano palestinese attento ai temi della pace». Il problema di Al Mahed è che, a partire dal 2000, non ha più trovato sufficienti sponsor e finanziatori per continuare a trasmettere. La tivù rischiava di chiudere. Concittadini ha proposto ai suoi donatori di sostenerla economicamente, con l’acquisto di attrezzature tecniche, come ad esempio un nuovo trasmettitore dal costo di circa 20 mila euro.