Paolo di Tarso l’illuminato di Cristo
Il 28 giugno si aprirà ufficialmente l’anno paolino voluto da Benedetto XVI per ricordare il bimillenario dalla nascita dell’apostolo delle genti. Per noi, pellegrini sulle strade del Vangelo, è un’occasione da non perdere per conoscere meglio i luoghi che sono stati teatro della vicenda umana dell’uomo di Tarso e che hanno visto la sua predicazione: Gerusalemme, Damasco, Antiochia, Efeso,Cipro, Atene, l’isola di Malta e Roma (solo per citarne alcuni).
Ma è anche l’occasione per confrontarci con colui che può essere considerato il prototipo del cristiano. Non avendo conosciuto di persona Gesù, Paolo è stato il primo ad averne esperienza solo come Risorto.
Questo ebreo nato in una cittadina cosmopolita che si trova oggi nella Turchia orientale, allievo del rabbino Gamaliele l’Anziano, cittadino romano, ricevette la missione particolare di andare a predicare la Parola di Dio a tutti gli uomini. Così in pochi anni, con l’impeto che gli era proprio, Paolo fece uscire «la Parola da Gerusalemme e la Legge da Sion», come aveva profetizzato il profeta Michea (4,2).
A Roma, presso la basilica di San Paolo, si conserva il sarcofago che, secondo gli esperti e per tradizione, ospita i resti dell’apostolo. E a Roma si svolgeranno molte delle manifestazioni legate all’anno paolino.
Non possiamo però dimenticare i luoghi di Paolo nella Terra Santa della Bibbia: Damasco, dove sorge il Memoriale della Conversione, custodito dai frati della Custodia di Terra Santa per volere di Paolo VI; e la Turchia, dove la Chiesa locale – che ha pubblicato una Lettera pastorale ad hoc – ha esortato le comunità cristiane a mettersi con fiducia e sollecitudine sui passi di un uomo che si è lasciato illuminare dalla luce di Cristo.
(La versione integrale del Dossier è disponibile solo nella versione cartacea del bimestrale Terrasanta)