Questa mattina, con la quasi totalità dei voti scrutinati, in Israele risultano confermate le previsioni della vigilia. Dalle urne delle elezioni legislative svoltesi ieri esce «vittorioso» il partito Kadima guidato dal ministro degli Esteri Tzipi Livni. La sua è però una vittoria beffarda. Con 28 eletti e 36 mila voti di vantaggio conquista, infatti, solo seggio in più del principale sfidante: il Likud, primo partito dello schieramento di destra. Spetterà ora al capo dello Stato, Shimon Peres, decidere se affidare l'incarico di formare un nuovo governo alla Livni o a Netanyahu. Come previsto, terzo partito diventa l'Yisrael Beitenu di Avigdor Lieberman.
(g.s.) – Questa mattina, con la quasi totalità dei voti scrutinati, in Israele risultano confermate le previsioni della vigilia. Dalle urne delle elezioni legislative svoltesi ieri per eleggere i deputati della diciottesima legislatura esce «vittorioso» il partito Kadima guidato dal ministro degli Esteri Tzipi Livni. La sua è però una vittoria beffarda. Con 28 eletti e 36 mila voti di vantaggio conquista, infatti solo seggio in più del principale sfidante: il Likud, primo partito dello schieramento di destra.
Almeno sulla carta dovrebbe essere molto più agevole per Benjamin Netanyahu, leader del Likud, formare una maggioranza di governo raggruppando i deputati dei movimenti di destra. Spetterà quindi al capo dello Stato, Shimon Peres, decidere se affidare l’incarico di formare un nuovo governo alla Livni o a Nethanyahu, che reclamano entrambi il diritto all’incarico.
Altra conferma: terzo partito diventa in effetti Yisrael Beitenu, guidato da Avigdor Lieberman, che, con quindici di deputati, supera i laburisti, rimasti con 13 seggi. Lievissima flessione per lo Shas, il partito che raccoglie i consensi degli ebrei ultraortodossi. Resta al quinto posto con undici deputati rispetto ai dodici della sedicesima legislatura. Undici seggi vanno ai partiti arabo-israeliani, che militano nell’area della sinistra.