Un viaggio nella storia e nella fede, quello alla Tomba di Cristo raccontato in Verso il Santo Sepolcro, documentario di Luca Archibugi prodotto da RaiCinema e presentato in concorso al Capitello d'oro 2009, il Festival del cinema archeologico svoltosi a Roma dal 27 al 29 marzo. La pellicola è anche un omaggio alla memoria e al lavoro di padre Michele Piccirillo, il noto archeologo francescano scomparso nell'ottobre scorso: il film, infatti, è basato su alcuni appunti sulla basilica gerosolimitana che il frate ultimò, proprio per il documentario, pochi giorni prima di morire.
Un viaggio nella storia e nella fede, quello alla Tomba di Cristo raccontato in Verso il Santo Sepolcro, documentario di Luca Archibugi prodotto da RaiCinema e presentato in concorso al Capitello d’oro 2009, il Festival del cinema archeologico svoltosi a Roma dal 27 al 29 marzo. La pellicola è anche un omaggio alla memoria e al lavoro di padre Michele Piccirillo, il noto archeologo francescano scomparso nell’ottobre scorso: il film, infatti, è basato su alcuni appunti sulla basilica gerosolimitana che il frate ultimò, proprio per il documentario, pochi giorni prima di morire.
«Me li ha consegnati il lunedì prima di lasciarci», racconta a Terrasanta.net Luca Archibugi. «Quattordici pagine scritte a mano, credo che siano il suo ultimo lavoro scientifico». L’idea del film era venuta proprio a Piccirillo, spiega il regista: «Collaboravamo da molto tempo, e l’anno scorso, ultimato insieme un lavoro sui mosaici, Tessere di pace in Medio Oriente, lui mi disse che era il momento di raccontare il Santo Sepolcro. Un mese dopo, purtroppo, scoprì la sua grave malattia. Ma continuava a insistere di andare avanti. E infatti aveva proseguito nell’approfondimento. Pareva migliorato, ed ecco arrivare quelle quattordici pagine. Poi è morto. Una sorta di testamento spirituale, per noi».
Le pagine di padre Michele, così come la sua voce, fanno da guida lungo tutto il documentario. Sono righe scritte con evidente fatica, lo dice la calligrafia a tratti incerta, ma anche con straordinaria passione. Così come appassionato è il racconto a voce: Archibugi ha recuperato la registrazione audio di una lezione che Piccirillo tenne dentro la basilica nel novembre 2007. È proprio l’archeologo, dunque, a dipanare il filo conduttore del viaggio nel luogo fondamentale della fede cristiana. «Senza di lui – assicura Archibugi – non sarebbe stato possibile. Noi non siamo esperti, lui era la massima autorità mondiale sull’argomento. La sua guida è stata essenziale».
Il documentario regala uno sguardo approfondito sulla complessa realtà del Santo Sepolcro. Complessa dal punto di vista religioso, per via della presenza contemporanea, e qualche volta faticosa, di molte confessioni cristiane. Ma anche sul versante archeologico ed architettonico, dato che la basilica ha una storia lunga di costruzioni, distruzioni, riedificazioni e sovrastrutture. Decisivo, in questo senso, il contributo dell’Università di Firenze, che sta lavorando a uno studio sulla stabilità sismica dell’edificio e per questo sta realizzando, attraverso un software molto sofisticato e l’uso dei laser, una scansione capillare di tutta la struttura: il risultato è un database completo di immagini tridimensionali di ogni pietra e spazio della Basilica, un vero e proprio tesoro consultabile "da remoto", quindi anche lontano da Gerusalemme. «Padre Michele aveva appoggiato il progetto dell’Università di Firenze – precisa Archibugi – tanto che l’idea del documentario, in qualche modo, gli era venuta anche grazie a questo studio».
Ma il viaggio dentro il Santo Sepolcro non è soltanto fatto di storia: c’è il percorso della fede. Quella dei primi pellegrini, a partire dal fondamentale racconto della pellegrina Egeria, fino ai tanti fedeli di oggi, passando per quel singolare mondo che è il sistema dei Sacri Monti (il film racconta di Varallo e San Vivaldo), le ricostruzioni della «Nuova Gerusalemme» sparse per il mondo e che fanno da testimonianza della fortissima devozione verso i Luoghi Santi, ma anche dell’evoluzione architettonica della basilica.
Insomma, fede e storia sono inscindibili. Lo dice bene, nel documentario, padre Eugenio Alliata, altro archeologo francescano, amico fraterno di padre Piccirillo: «Chi viene qui con fede, spesso ha dei dubbi: "Ma come è possibile che tutto sia avvenuto qui, in un luogo nel mezzo della città". Ecco che arriva il nostro lavoro: quello di dire di non fermarsi all’apparenza, di spiegare la storia che c’è dietro, potendo dire: "Un tempo questo luogo era fuori della città, ed era fatto così: abbiamo le prove"».
Verso il Santo Sepolcro insiste proprio su questo: le «prove». Ci dice Archibugi: «Io sono un non credente. Su questo, con padre Michele, ci giocavamo un po’». Ma il Sepolcro è un fatto… «E infatti – chiosa il regista – ci siamo appassionati tantissimo alla sua storia».
Il documentario sarà presto in commercio. «Non è per niente facile che la Rai scommetta su un prodotto culturale di questo tipo, ma bisogna riconoscere che è possibile, nel servizio pubblico, fare un lavoro di qualità», tiene a precisare Archibugi. RaiCinema distribuirà il film in cofanetto entro il 2009.