Yasser al-Ayyash, arcivescovo greco-melchita di Petra e Filadelfia è, con monsignor Salim Sayegh, vicario episcopale latino di Amman, la massima personalità della Chiesa cattolica in Giordania. A lui, che guida i 30 mila cattolici di rito greco, abbiamo chiesto con quali sentimenti la comunità melchita si accinga all'incontro col pontefice, che sabato pomeriggio, 9 maggio, celebrerà i vesperi nella cattedrale di San Giorgio, ad Amman.
(Amman) – Yasser al-Ayyash, arcivescovo greco-melchita di Petra e Filadelfia è, con monsignor Salim Sayegh, vicario episcopale latino di Amman, la massima personalità della Chiesa cattolica in Giordania. A lui, che guida i 30 mila cattolici di rito greco, abbiamo chiesto con quali sentimenti la comunità melchita si accinga all’incontro col pontefice, che sabato pomeriggio, 9 maggio, celebrerà i vesperi nella cattedrale di San Giorgio, ad Amman.
«Preghiamo e invitiamo a pregare – ci spiega -, e incoraggiamo i fedeli, spiegando l’importanza di questo viaggio. Stiamo guardando a questa visita come ad una grazia particolare, non solo per i cattolici, ma per tutti i cristiani del Medio Oriente. Proprio per questo è stato possibile preparare ogni cosa, nelle passate settimane, con un lavoro di gruppo: melchiti e latini gomito a gomito. è tutta la Chiesa cattolica, nella sua unità, che organizza il viaggio del Papa. Stiamo aspettando il Pontefice con trepidazione: Benedetto XVI in persona mi ha detto, quando ci siamo incontrati, “il tuo amato Paese”. Il Papa ama la Giordania. E viene da noi nello spirito del Vangelo, perché Gesù stesso ha detto a Pietro: “E tu conferma i tuoi fratelli”».
Che frutti si attende come pastore della Chiesa melchita da questo viaggio?
Il Papa pregherà con noi, incoraggiando i cristiani, e noi pregheremo con lui per la pace e per l’unità. Il frutto che ci attendiamo è l’unità a tutti i livelli: Giordania e Chiesa cattolica sono unite, tra il nostro governo e il Vaticano infatti ci sono buoni rapporti diplomatici da tanti anni; di certo aspettiamo il frutto dell’unità come popolo cristiano. Ma anche come popolo giordano attorno al nostro re, cristiani e musulmani insieme: è importante, perché è stato il re ad invitare Sua Santità qui in Giordania. Tantissime persone lo accoglieranno: allo stadio, per la messa aspettiamo 40 mila persone. E sarà un bene per tutti questo incontro. Siamo in attesa di ascoltare le parole che ci dirà. Quando parlerà nella nostra chiesa melchita ai religiosi, ai sacerdoti, ai movimenti e agli insegnanti di religione speriamo nel dono di parole importanti.
Come vivono i cattolici, da minoranza, in Giordania?
Giovanni Paolo II ci disse durante la sua visita in Terra Santa: voi avete una missione particolare, la testimonianza del Vangelo nel mondo musulmano. Speriamo che anche questo Papa possa darci una spinta per andare avanti, per continuare ad offrire una testimonianza viva, come Gesù ci chiede. Una cosa molto importante per noi è che il Papa benedirà, a Betania oltre il Giordano, il luogo in cui Gesù è stato battezzato, sia la prima pietra di una chiesa latina, sia la prima pietra di una chiesa melchita. Sono convinto, come vescovo melchita, che il sito del battesimo sia una fonte di grazia. E quel sito è in Giordania.