L’enigma della città santa
Si è svolto a Torino venerdì 22 e sabato 23 maggio presso il Salone d’Onore della Fondazione Crt l’edizione 2009 del convegno Il Mistero di Gerusalemme quest’anno ispirato al versetto del Qohelet: «Un tempo per la guerra un tempo per la pace» (3,8).
Promosso dall’Associazione Ponte di Pace onlus e dal Commissariato di Terra Santa del Piemonte ha coinvolto esperti italiani e internazionali di alto livello.
Il tutto è iniziato venerdì pomeriggio alle 17,30 nel salone gremito di gente: «Quest’anno, provocati dai fatti della storia recente, osiamo proporvi un tema complesso e affascinante- ha spiegato Chiara Tamagno, presidente di Ponte di Pace – il Mistero del Tempo e della Storia, che da Gerusalemme e verso Gerusalemme orienta da sempre i passi incerti dell’umanità». Padre Giorgio Vigna, commissario di Terra Santa per il Piemonte, ha sottolineato l’intenzione di dare spazio ai due aspetti, guerra e pace, della storia di Terra Santa e legge il messaggio del padre Custode: «Siamo abituati a conoscere le notizie di guerra che arrivano dalla Terra Santa – ha spiegato padre Vigna -, mentre troppo poco viene detto sulle iniziative di riconciliazione che qui, a piccoli passi e silenziosamente, stanno scrivendo le bozze di una storia nuova».
Il percorso di approfondimento si è articolato in tre momenti. Una prima riflessione a tre voci su «il Tempo di Dio» coordinate dal teologo don Ermis Segatti: l’ebraista Elena Loewenthal ha illustrato la concezione del tempo secondo il pensiero ebraico spiegandone le varie terminologie; il filosofo Ugo Perone ha sviluppato la concezione del tempo per i cristiani coniugando l’analisi razionale con l’ottica di fede; il sociologo Khaled Fouad Allam ha richiamato l’importanza di una prospettiva di eternità per ridare valore al tempo presente.
Più esperienziale la giornata di sabato dedicata ai «Tempi degli uomini». Marc Innaro, corrispondente della Rai dal Cairo, ha intervistato Mossi Raz, ex parlamentare della Knesset e fondatore di Peace Now che, con pensiero lucido e moderato, ha messo in luce i nodi irrisolti della questione israelo-palestinese e ha insistito sul problema della mancanza di fiducia nella società israeliana e in quella palestinese quale nocciolo fondamentale che ostacola il processo di pace.
Vivace e coinvolgente la sezione dedicata ai «Rintocchi di pace», ovvero alle testimonianze di chi lavora in Terra Santa per preparare tempi nuovi: Meir Margalit dell’Associazione contro la demolizione delle case palestinesi, spiega il ruolo dei movimenti per la pace che «vogliono riscattare i valori etici nella società israeliana che rischia di cadere nell’apatia e in pericolosi meccanismi di autodistruzione»; Omer Granot Goldman racconta la sua esperienza di ragazza refusnik, di chi cioè rifiuta di arruolarsi nell’esercito (obbligatorio anche per le donne a 18 anni), un caso che ha fatto scalpore in Israele e nel mondo, visto che Omer è figlia di un alto ufficiale dell’esercito israeliano; infine la regista Angelica Calò Livne ha commosso il pubblico raccontando la sua esperienza di educatrice alla pace attraverso con il teatro interetnico che vede impegnati alcuni giovani di Terra Santa.
Provocatorie le conclusioni di padre Vigna che esorta all’ascolto dei testimoni della storia più che alla lettura di notizie spesso stereotipate: «Ascoltare i testimoni ci apre gli occhi non solo sulla realtà, ma anche su quanti si impegnano a curare le ferite della gente di Terra Santa, grazie all’azione dei movimenti per la pace che entrano nel vivo dei problemi dell’uomo. E questo a prescindere dal fattore religioso, che non è discriminante per la costruzione di una società davvero etica, dove il diritto dell’uomo sia salvaguardato.»
L’appuntamento è all’edizione 2010 del Mistero di Gerusalemme, che a Torino sta diventando un’attesa consuetudine.