Questo 2009 che si avvia a conclusione, per il francescanesimo, coincide con la celebrazione dell’ottavo centenario della nascita dell’Ordine fondato da Francesco d’Assisi. In Italia e nel mondo, è stato tutto un fiorire di iniziative, convegni e seminari, con l’intento di ricordare i tratti salienti del carisma francescano e la sua attualità nel contesto della società d’oggi, percorsa da tante tensioni e spinte disgreganti.
Con il dossier di questo numero, dedicato all’incontro del Poverello con il mondo musulmano, vorremmo sottolineare un aspetto a volte trascurato, ma indubbiamente centrale della predicazione e della spiritualità francescana: l’incontro con l’«altro», con il diverso, il nemico, per riconoscerlo fratello. In un’epoca segnata dal cosiddetto «scontro di civiltà», l’esempio di Francesco a Damietta (teatro dello straordinario evento dell’incontro con il sultano) può certamente dire e insegnarci ancora molto.
Fra i tanti aspetti della vita evangelica lasciati in eredità dal santo di Assisi all’Ordine e alla Chiesa, c’è sicuramente quello della fraternità universale dei credenti in Dio, che in ambito missionario (ricordiamo che la Terra Santa, dove Francesco arrivò nel 1219, è ancora oggi considerata la «perla delle missioni francescane») significa soprattutto amore verso tutti gli uomini, anche a costo del martirio. Impegnandosi a sconfiggere il male con le sole armi del bene e indicando la via necessaria del dialogo tra i credenti in Dio, Francesco continua a testimoniarci la possibilità di un incontro concreto, pur nel rispetto delle differenze e delle reciproche identità.
Un messaggio quanto mai moderno e attuale, che da Damietta e dalle piazze delle nostre città d’Oriente ed Occidente, ancora oggi, serve gridare con forza e convinzione al mondo.