Nei giorni scorsi il governo giordano ha chiesto l'aiuto di Benedetto XVI per metter fine a quelle che vede come «misure unilaterali» israeliane a Gerusalemme Est. Lo rende noto un comunicato ufficiale diffuso dal ministero degli Esteri del regno hascemita giovedì 22 ottobre. Vi si riferisce che il ministro degli Esteri Nasser Judeh ha incontrato il Pontefice al termine dell'udienza generale del giorno prima e gli ha consegnato un messaggio di re Abdallah II. Ma il portavoce della Santa Sede precisa che il Vaticano «non si sente obbligato a prendere posizione pubblica ogni volta che è sollecitato a farlo».
(e.p.) – Nei giorni scorsi il governo giordano ha chiesto l’aiuto di Benedetto XVI per metter fine a quelle che vede come «misure unilaterali» israeliane a Gerusalemme Est. Lo rende noto un comunicato ufficiale diffuso dal ministero degli Esteri del regno hascemita giovedì 22 ottobre.
Vi si riferisce che il ministro degli Esteri Nasser Judeh ha incontrato il Pontefice al termine dell’udienza generale del giorno prima e gli ha consegnato un messaggio di re Abdallah II. Il ministro ha anche inoltrato alla Santa Sede un «dossier che elenca varie misure e provocazioni messe in atto da Israele a Gerusalemme e nei suoi luoghi santi».
Il comunicato aggiunge che il ministro Judeh ha chiesto un «atteggiamento senza ambiguità da parte della comunità mondiale di fronte alle operazioni di scavo israeliane che minacciano l’incolumità dei luoghi santi islamici e cristiani, e ai tentativi di alterare la composizione demografica della città spingendo gli abitanti arabi ad emigrare».
Il trattato di pace concluso nel 1994 tra Giordania e Israele, riconosce ad Amman il diritto di occuparsi dei luoghi santi musulmani di Gerusalemme. Il ministro Judeh ha spiegato che la Giordania fa del suo meglio per assumersi tale responsabilità storica e dichiarato che il Regno di Giordania spinge per la ripresa dei colloqui di pace tra Israele e palestinesi, così da por fine al conflitto mediante la soluzione dei due Stati.
Secondo Petra, l’agenzia d’informazione governativa giordana, Papa Benedetto XVI «ha molto apprezzato» gli sforzi fatti da re Abdallah per il raggiungimento della pace e della stabilità in Medio Oriente, e auspicato che tutti collaborino per raggiungere questo scopo. Sempre secondo Petra, il Papa, ricordando il suo storico pellegrinaggio in Giordania, ha anche «sottolineato che Gerusalemme dovrebbe essere un simbolo di pace e coesistenza tra i fedeli di tutte le religioni».
La Santa Sede non ha rilasciato comunicati dopo l’incontro, ma il suo portavoce, padre Federico Lombardi, ha detto a Terrasanta.net che il Vaticano è «consapevole dei problemi e li valuta con imparzialità».
«Come è noto – ha aggiunto Lombardi -, la Santa Sede non ha mai riconosciuto l’occupazione israeliana di Gerusalemme Est e chiede che venga garantito uno statuto internazionale per Gerusalemme». I governi che intrettengono relazioni diplomatiche con Israele hanno le proprie rappresentanze diplomatiche a Tel Aviv. Così pure la Santa Sede, che a Gerusalemme ha soltanto la delegazione apostolica per Gerusalemme e la Palestina, situata sulle pendici del Monte degli Ulivi.
Padre Lombardi ha precisato che il Vaticano «non si sente obbligato a prendere posizione pubblica ogni volta che è sollecitato a farlo» e ha osservato che durante il recente pellegrinaggio del Papa in Terra Santa «sono stati fatti molti riferimenti alla situazione di Gerusalemme da parte di personalità palestinesi e musulmane».