Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Le sinagoghe del tempo di Gesù

padre Eugenio Alliata ofm
30 novembre 2009
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Ha sempre destato grande interesse tra gli archeologi del Nuovo Testamento la possibilità di ricostruire con esattezza l’attività di Gesù in uno degli ambienti preferiti della sua predicazione: la sinagoga. «Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe» (Matteo 9,35). Insegnare, predicare, discutere, guarire i malati era quello che faceva preferibilmente in tale ambiente. Il giorno di sabato risulta preferito sugli altri giorni. Leggere i rotoli della Legge e dei Profeti e commentarli pubblicamente in presenza di ascoltatori «seduti» all’intorno era il modo solito di iniziare una riunione. Il capo della sinagoga (l’arcisinagogo), oltre a prendersi cura del luogo materiale, garantisce anche l’ordine dell’assemblea, perché differenze di opinioni o comportamenti non ammessi finiscono col provocare turbolenza e dissensi (Luca 4,16-20; 13,10-17). Lo storico ebreo Giuseppe Flavio è anche lui testimone di assemblee riottose nella sinagoga di Tiberiade. Se ne premunisce indossando una corazza sotto i vestiti e facendosi accompagnare da uomini segretamente armati (Autobiografia 277-293). La sinagoga è a volte anche luogo di giudizio e luogo di esecuzione della sentenza: imprigionamento, tortura, flagellazione, espulsione, lapidazione… sono tutti termini che si incontrano strettamente associati nel Nuovo Testamento a quello di sinagoga insieme con quelli di discutere e insegnare. In complesso l’evoluzione come luogo santo o luogo di preghiera è qualcosa che sembra appartenere solo in abbozzo alla sinagoga del primo secolo, quasi più direttamente paragonabile al concetto di «sala multiuso» tipica di alcune moderne parrocchie di periferia, più che di un classico edificio religioso.

Com’era di fatto una sinagoga al tempo di Gesù è una questione tipica di archeologia storica, che una recente, fortunata scoperta a Magdala ha reso ancor più attuale. Le sinagoghe antiche studiate per prime furono quelle di epoca romana e bizantina della Galilea, tra le quali è indiscutibilmente regina quella di Cafarnao. Sono state fatte classificazioni sulla base della loro forma e decorazione. Dal punto di vista architettonico, i sedili intorno all’aula sono elemento determinante, insieme con la presenza di un certo luogo, distintamente più elevato, per l’armadio coi rotoli della Legge. L’orientamento della preghiera è in direzione di Gerusalemme. Dal punto di vista decorativo troviamo l’armadio santo (aron ha-qodesh) in posizione dominante, generalmente associato con la rappresentazione di arredi tipici del tempio (distrutto) di Gerusalemme, tra i quali spicca il candelabro d’oro a sette bracci (menorah).

Il progresso delle scoperte, particolarmente a Masada, Herodion, Gamala, Gerico, ha mostrato che la presenza di un luogo per sedersi, in forma di serie multipla di gradini collocati lungo le pareti è una costante. Altri elementi di carattere architettonico invece non appaiono. Anche la decorazione, generalmente assente, non favorisce la specificità religiosa dell’identificazione e il ritrovamento di frammenti manoscritti a Masada si può definire sporadico. Nel caso di Magdala avremmo invece per la prima volta elementi decorativi che si aggiungono ai dati architettonici, che sono di per sé già molto significativi. La decorazione è composta di affreschi e sculture. Queste ultime, sopra cinque facciate di un blocco parallelepipedo di pietra, comprende diversi simboli  comunemente occorrenti nelle sinagoghe posteriori, e in posizione centrale la menorah.

Tutti questi elementi si apprezzeranno meglio al termine dello scavo, che perciò ci auguriamo possa andare avanti nelle migliori delle condizioni.

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