Cristo, luce per le nazioni
Nell’episodio della presentazione al Tempio – spiega padre Frédéric Manns, biblista dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme – la Chiesa ha scorto, al di là delle leggi relative alla purificazione delle madri (Lv 12,6-8), un mistero inerente la storia della Salvezza. Il Natale significava l’offerta del Verbo incarnato al Padre. (…) La festa della presentazione al Tempio, così come quella dell’Epifania, proclama l’universalità della salvezza».
Celebrata a Gerusalemme già nel IV secolo, la festa (che ricorre il 2 febbraio) fu introdotta a Roma relativamente tardi. A partire dal Medio Evo la Chiesa ha letto nel gesto di Maria che porta il Figlio al Tempio di Gerusalemme, un desiderio di offerta che supera il gesto del rito che stava compiendo. Un episodio che prefigura in qualche modo le sofferenze della croce.
San Sofronio, originario di Damasco e vescovo di Gerusalemme, nel VII secolo commentava con queste parole la festa della Presentazione al Tempio, o Festa dell’incontro, come amano dire le Chiese d’Oriente: «Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell’incontro del Signore corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l’abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi e tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce. La luce venne nel mondo (cfr Gv 1, 9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall’alto (cfr Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre».