Custodi delle origini cristiane
«Ci siamo raccolti qui sotto il monte degli Ulivi, dove nostro Signore pregò e soffrì, dove pianse per amore di questa città e per il desiderio che essa potesse conoscere "la via della pace" (cfr Lc 19,42), qui donde egli tornò al Padre, donando la sua ultima benedizione terrena ai suoi discepoli e a noi. Accogliamo oggi questa benedizione. Egli la dona in modo speciale a voi, cari fratelli e sorelle, che siete collegati in una ininterrotta linea con quei primi discepoli che incontrarono il Signore Risorto nello spezzare il pane, che sperimentarono l’effusione dello Spirito Santo nel Cenacolo, che furono convertiti dalla predicazione di San Pietro e degli altri apostoli».
Con queste parole il Santo Padre Benedetto XVI esordiva nell’omelia celebrata nella Valle di Josafat a Gerusalemme il 12 maggio 2009, in occasione del suo pellegrinaggio in Terra Santa (8-15 maggio). Riprendendo alcuni spunti di quel viaggio, che ha lasciato un profondo segno nella Chiesa locale, il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, rivolge nel tradizionale messaggio in occasione della Colletta del Venerdì Santo pro-Terra Santa, un appello ai «Pastori della Chiesa universale affinché sostengano la Terra Santa, offrendo la preghiera, la partecipazione vigilante e la concretezza della generosità».
Nel messaggio si toccano gli aspetti più drammatici vissuti dalle comunità locali, tra cui l’emigrazione e i problemi legati al conflitto israeliano-palestinese. E invita le Chiese locali a farsi «laboratori di dialogo, di tolleranza e di speranza, come pure di solidarietà e di carità pratica».
A noi cristiani d’Occidente tocca la responsabilità del sostegno (economico, ma anche attraverso la preghiera e la vicinanza spirituale) verso le Chiese e le comunità chiamate a custodire le «origini cristiane, i luoghi e le persone che ne sono il segno».
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