Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia
Comunicare la venuta storica di Gesù con ogni mezzo e in ogni tempo. Per adempiere a questa missione, la Custodia negli anni Cinquanta del Novecento trasforma alcuni frati in cineasti.

La Terra Santa in 35 millimetri

Carlo Giorgi
28 aprile 2010
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Far conoscere la Terra Santa, ricordare al mondo chi ancora oggi vive nella terra del Signore. La missione della Custodia di Terra Santa, generazione dopo generazione, non cambia. Oggi le produzioni televisive del Franciscan Multimedia Center di Gerusalemme (rilanciate anche su Terrasanta.net) e i prodotti multimediali editi dalle nostre Edizioni Terra Santa (ricordiamo il dvd Terra Sancta. Custodi delle sorgenti della salvezza) permettono «pellegrinaggi virtuali».

Anche negli anni Cinquanta del secolo scorso, però, la Custodia è all’avanguardia nel campo della comunicazione visiva, grazie a una fiorente attività cinematografica organizzata da padre Alfonso Calabrese, con una troupe guidata da Rinaldo Dal Fabbro, regista di fama nell’Italia del dopo guerra. Il lavoro, in particolare, è finalizzato alla realizzazione di un lungometraggio dal titolo Terra di Cristo, che «seguendo passo passo l’intera vita del Signore ci conduce in tutti i luoghi santi come in un fecondo pellegrinaggio dello spirito», secondo le parole di padre Calabrese pronunciate ai microfoni di Radio Vaticana, del gennaio 1954. Si tratta del «gioiello centrale del diadema che la Custodia francescana di Terra Santa intende offrire al suo Dio» conclude, forse con una retorica a cui non siamo più abituati. Oltre a questo lungometraggio in quegli anni nascono anche cinque cortometraggi, ideati per far conoscere singoli aspetti della terra di Gesù: Gli ulivi dell’agonia, in cui si presenta il Getsemani e la preghiera sofferta di Gesù nell’orto degli ulivi; La valle sotto il mare, in cui si parla della valle di Gerico, all’epoca ancora sotto la sovranità del re di Giordania; Natale a Betlemme, in cui si racconta come la città araba si prepara con cortei e celebrazioni alla Notte santa; Il Lago di Gesù, che mostra il lago di Tiberiade; e Vita della Madonna, un documentario in cui si ripercorrono come in un pellegrinaggio, i luoghi della vita della Madre di Dio.

La troupe di padre Calabrese, che ha base a Milano, trascorre lunghi periodi in Medio Oriente e la rivista della Custodia La Terra Santa ne racconta puntualmente le imprese. Nell’agosto del ’54, ad esempio, viene pubblicato un lungo articolo in cui si racconta della visita della troupe all’allora giovanissimo re Hussein di Giordania: «Il giorno 19 aprile la troupe dei cineasti ha avuto l’onore di essere ricevuta in udienza speciale da Sua Maestà. L’accoglienza da parte del giovane sovrano fu improntata a grande semplicità e cordialità (…). Rivolgendosi poi ai padri che accompagnavano i cineasti, si disse felice di poter ricevere nel suo palazzo i religiosi francescani che il suo defunto nonno, Re Abdallah, aveva avuto sempre in grande stima e affetto. (…) Dopo l’udienza, durata circa un quarto d’ora, Sua Maestà Hussein si degnava, accogliendo l’invito rivoltogli, di accondiscendere di essere ripreso in film. (…). Dovendo nel pomeriggio Sua Maestà partire con il suo aereo personale per Akaba, rivolgeva ai cineasti cortese invito a voler essere presenti all’aeroporto di Amman alla sua partenza, con possibilità di effettuare alcune riprese per il telegiornale italiano (…). Effettuate le riprese Sua Maestà, con gesto di squisita cortesia offriva di fare un giro sull’aereo reale da lui stesso pilotato. Preso posto sul piccolo apparecchio, dopo aver compiuto un giro sulla capitale, Sua Maestà Hussein faceva rotta verso Gerash, dando agio di contemplare dall’alto le imponenti rovine dell’antica città romana».

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