Il piccolo gregge che vive di ecumenismo
Quest’anno, in tutto il mondo e anche a Gerico, cattolici e ortodossi hanno festeggiato la festa di Pasqua insieme. Nella nostra città la comunità cristiana, composta da 500 persone (su 25 mila abitanti, per lo più musulmani) è quasi un richiamo all’universalità della Chiesa: qui abbiamo i greci ortodossi e i copti ortodossi, la Chiesa etiopica, quella romena ortodossa; e anche la Chiesa russa. I cristiani poi, che sono pochi, si sposano spesso tra loro a prescindere dalla confessione di appartenenza.
Quando le campane delle diverse chiese chiamano alla preghiera, ciascuno va a celebrare la propria festa nella sua chiesa. A Natale o a Pasqua, ci troviamo tutti insieme per un momento di festa o per scambiarci gli auguri. Come parroco cattolico cerco di non fare differenze nel servire chiunque abbia bisogno. Ad esempio, ci sono cristiani di confessione non cattolica che animano le celebrazioni cantando nella nostra corale; oppure giovani ortodossi nel nostro gruppo scout; oppure donne non cattoliche agli incontri della Legio Mariae. Per non parlare delle attività dell’oratorio, aperte a tutti i bambini. Inoltre, come parrocchia cattolica ci prestiamo a richiedere i permessi all’Autorità israeliana per andare a Gerusalemme, anche per fedeli non cattolici.
Le varie Chiese cercano di essere presenti insieme nelle attività dell’Autorità Palestinese e di essere coinvolte nella società. Di certo, però, un passo avanti nel dialogo si fa solo se abbiamo fede nel Signore.