Arrivederci Gerico, con tanta commozione
«Sì, va bene padre Custode». Alla chiamata ho risposto con il voto dell’obbedienza, e ho accettato di lasciare la città di Gerico e la parrocchia del Buon Pastore per essere il parroco di San Salvatore a Gerusalemme. È stata dura: dopo sei anni la prospettiva è quella di ricominciare daccapo, anche se in una parrocchia cara al mio cuore, dove sono già stato sei anni. È stata una decisione difficile da accettare soprattutto per i bambini: «Siamo cresciuti con padre Feras… – dicevano -. Dove va adesso?».
I giovani, sia cattolici che ortodossi, non sapevano come salutarmi dopo questi anni vissuti insieme. Hanno deciso di manifestare i loro sentimenti partecipando in massa alla Messa di ringraziamento. Così tutti i cristiani di Gerico, i giovani in prima fila, si sono riuniti nella chiesa parrocchiale, sia cattolici sia ortodossi. E mi hanno fatto percepire la presenza del Signore.
E non è finita: dopo la messa giovani e bambini hanno preparato una festa dove hanno eseguito danze e pronunciato discorsi che mi hanno toccato il cuore: un «regalo di lacrime» per congedare il parroco dalla sua comunità.
C’è stato anche da ridere: i giovani hanno preparato una serie di sketch comici che mi hanno visto come protagonista in una simpatica parodia di vita parrocchiale. L’imitazione di padre Feras ha decisamente strappato l’applauso.