(Milano/g.s.) – Domani, domenica 5 dicembre, in tutte le parrocchie del patriarcato latino di Gerusalemme si eleveranno speciali preghiere a Dio per chiedere il dono della pioggia e la fine di una siccità che in Terra Santa si protrae ormai da anni.
Sulla scia di altri leader religiosi della regione il patriarca latino, mons. Fouad Twal, ha esortato i suoi a una mobilitazione spirituale con una lettera indirizzata ai parroci in cui scrive: « Da molto tempo non piove sulla nostra terra. La Chiesa è solita pregare quando i tempi sono difficili, per implorare la pietà del Signore e placare la sua collera a causa dei nostri peccati. Noi ci ricordiamo di ciò che successe col Profeta Elia, quando la Terra Santa patì sette anni di siccità. La preghiera del Profeta ottenne un miracolo e piovve abbondantemente».
Quindi l’arcivescovo dispone che la seconda domenica d’Avvento, il 5 dicembre appunto, si preghi particolarmente per questa intenzione e che il venerdì successivo (il 10) «sia un giorno di penitenza, durante il quale i fedeli digiunino o pratichino l’astinenza (dalla carne, dal fumo, o da altra cosa). Essi potranno anche visitare una chiesa e pregare».
Anche lo scorso 25 novembre, si è chiesto al Cielo il dono della pioggia durante il congresso annuale del Consiglio dei capi religiosi e degli esponenti di diverse confessioni religiose presenti in Israele, svoltosi nel centro internazionale dei neocatecumenali sulle colline che sovrastano a nord il Lago di Tiberiade.
Intanto la siccità non facilita l’opera di spegnimento del disastroso incendio che dalla sera del 2 dicembre ha già mandato in fiamme almeno 4 mila ettari di foresta sulle pendici del Monte Carmelo (in Galilea) causando anche 40 morti, decine di feriti e 17 mila sfollati.