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Striscia di Gaza, tuona di nuovo la voce delle armi

Terrasanta.net
23 dicembre 2010
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Alla vigilia del Natale c'è preoccupazione per l'escalation delle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Martedì 21 dicembre, sono stati almeno due i feriti di bombardamenti aerei israeliani su Gaza. Bombardamenti che, secondo l'esercito israeliano, sono la risposta militare al lancio di missili da parte palestinese.


(Milano/c.g.) – Alla vigilia del Natale c’è preoccupazione per l’escalation delle operazioni militari nella Striscia di Gaza. Martedì 21 dicembre, sono stati almeno due i feriti di bombardamenti aerei israeliani su Gaza. Bombardamenti che, secondo l’esercito israeliano, sono la risposta militare al lancio di missili da parte palestinese.

Fonti israeliane denunciano infatti l’intensificarsi della pioggia di razzi Qassam, da Gaza contro Israele, a partire dall’inizio del mese di dicembre. Nell’ultimo mese sarebbero raddoppiati gli incidenti militari sul confine. La novità che preoccupa Israele è la notizia che gruppi di miliziani della Striscia sono arrivati a disporre di missili dalla tecnologia avanzata: secondo fonti dell’esercito israeliano, infatti, il 6 dicembre un missile AT-14 Kornet, di fabbricazione russa, lanciato dalla Striscia, ha colpito un carroarmato Merkava Mk3 dell’esercito israeliano. È la prima volta che succede. Il missile, che contiene 10 kg di esplosivo ed è laser-guidato, ha bucato la corazza del carro armato, senza tuttavia ferire il suo equipaggio. Nessun gruppo di miliziani palestinesi ha rivendicato l’attacco.

Israele ha risposto intensificando i bombardamenti sulla Striscia. Nei giorni scorsi, un bombardamento mirato ha ucciso, nella zona di Dier el-Balah, cinque miliziani che fonti palestinesi identificano come membri della Jihad islamica e dei Comitati di resistenza popolare. Analoghe fonti riferiscono di bombardamenti israeliani piuttosto intensi sulla Striscia proprio negli ultimi giorni.

Martedì 21 dicembre si sono contati almeno due feriti e sta crescendo, tra la gente, la preoccupazione per una recrudescenza delle operazioni militari, essendo ancora vivo il ricordo dei ventidue giorni dell’Operazione Piombo fuso, tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009, che lasciarono sul campo 1.300 palestinesi e 13 soldati israeliani.

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