La massa è imponente. E cresce in maniera esponenziale dal 2006 a questa parte. Secondo le statistiche del ministero del Turismo israeliano, sarebbero oltre 3 milioni (vedi a questo proposito la scheda di p. 31) gli ingressi turistici nel Paese nel 2010, per la grandissima parte pellegrini cristiani.
Un fenomeno relativamente nuovo è quello dei pellegrini provenienti dai Paesi del cosiddetto Sud del mondo: Africa, Asia e America Latina. Fino a pochi decenni fa, il pellegrinaggio cristiano era quasi esclusivamente appannaggio dei più ricchi europei e nordamericani. Con la crescita economica di alcuni di questi Paesi (India, Cina, Brasile), si sono aperte le strade verso Gerusalemme di tanti cristiani desiderosi di conoscere il «quinto Vangelo», la terra di Gesù. Di questi «nuovi pellegrini» parliamo diffusamente in questo Dossier, prendendo ad esempio alcuni contesti emblematici: il Brasile, la Nigeria, la Cina e l’India. Per non parlare dei pellegrini provenienti dalla galassia dell’ex-Unione Sovietica.
Abbiamo cercato di raccogliere storie e testimonianze, per rendere comprensibile una tendenza che nei prossimi anni, ne siamo sicuri, proseguità in maniera significativa. E renderà sempre più multicolor (cioè multirazziale e multiculturale) la presenza dei pellegrini nei Luoghi Santi. In questo contesto la Custodia di Terra Santa si trova a rispondere ad una sfida non da poco. Se è vero che tra i compiti da sempre affidati ai frati minori di Terra Santa c’è quello dell’accoglienza ai pellegrini, la varietà linguistica e culturale oggi rappresentata dai «viaggiatori per fede» che raggiungono Gerusalemme, pone non poche questioni (alle quali – ovviamente – non è possibile qui dare esaurienti risposte). Come rapportarsi con una massa sempre crescente di persone dagli usi e i costumi molto diversi tra loro? Come favorire e armonizzare la preghiera e il culto di tante tradizioni cristiane che convergono in Terra Santa? (Giuseppe Caffulli)
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