(Milano/g.s.) – Il Gran rabbinato di Israele ha deciso di congelare qualunque iniziativa di dialogo in atto con i capi religiosi musulmani palestinesi, sino al momento in cui questi ultimi non pronunceranno chiare parole di condanna degli atti di terrorismo contro la popolazione civile israeliana.
I rabbini chiedono ai religiosi islamici di prendere le distanze da azioni come l’attentato del 23 marzo a Gerusalemme e il continuo lancio di razzi che partono dalla Striscia di Gaza (peraltro – osserviamo – puntualmente contrastati da azioni militari israeliane che comportano fatalmente la morte di altri civili).
«Una volta di più – recita, secco, un comunicato diffuso nei giorni scorsi dal rabbino capo ashkenazita Yona Metzger – i nostri vicini ci dimostrano che non abbiamo (davanti a noi) dei veri partner. Fino a che i leader religiosi non cesseranno di incitare e piuttosto denunceranno i terroristi, il Rabbinato sospende il dialogo interreligioso con loro».
Tre le iniziative interreligiose che vedono la partecipazione di rabbini e sceicchi vi è il consiglio dei capi religiosi in Israele, riferisce l’edizione online del quotidiano Yedioth Ahronot.
Secondo il Gran rabbinato, una presa di distanze chiara concorrerebbe a spuntare le armi di quelle organizzazioni musulmane che pensano di operare in nome di Dio. Qualcosa di analogo, ricordano gli stessi uffici, fece il 14 dicembre 2009 il rabbino Metzger recandosi in Cisgiordania per esprimere solidarietà agli abitanti del villaggio di Yasuf la cui moschea era stata attaccata e data alle fiamme da mani israeliane.