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L’Egitto dopo Mubarak cerca sicurezza

Giuseppe Caffulli
14 giugno 2011
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L’Egitto dopo Mubarak cerca sicurezza
Studenti universitari ad Alessandria d'Egitto. (foto G. Caffulli)

L’Egitto di oggi si misura coi problemi legati all'ordine pubblico. A partire da gennaio molti detenuti sono stati scarcerati. Così anche molti delinquenti comuni si sono trovati improvvisamente liberi di scorrazzare per le strade delle maggiori città egiziane. E a fine anno scolastico anche la regolarità degli esami di maturità è in forse.


(Milano) – Uno degli aspetti che maggiormente preoccupa nell’Egitto di oggi è legato alla sicurezza. Nel contesto delle manifestazioni di piazza che hanno portato alla caduta del presidente Hosni Mubarak, a partire da gennaio, sono stati liberati dalle prigioni di Stato molti detenuti. Tra questi prigionieri politici, esponenti dei gruppi armati jihadisti e dell’islam fondamentalusta, ma anche molti delinquenti comuni, che si sono trovati improvvisamente liberi di scorrazzare (e delinquere) per le strade delle maggiori città egiziane. Una curiosa riprova del clima di insicurezza che i cittadini egiziani avvertono, è il fiorire di un singolare commercio: agli angoli delle strade e sulla Desert Road verso Alessandria, sono posizionati chioschi che vendono mazze e bastoni, strumenti rudimentali (ma efficaci) di difesa personale in un Paese sempre meno sicuro.

Il clima di instabilità e violenza, nell’Egitto post-rivoluzionario, viene avvertito anche nel mondo della scuola. Gli esami finali e le prove per le ammissioni all’università sono iniziate l’11 giugno in un contesto segnato da minacce e violenze. In alcune aree del Paese si ha notizia che gli esaminatori inviati dal ministero competente sarebbero stati minacciati (anche con coltelli) dai candidati e perfino dai loro familiari. In diverse città le prove di maturità, el-thanaweya el-‘amma, sono state recapitate, per evitare trafugamenti, addirittura dell’esercito. Una volta sostenute le prove, i test verranno raccolti e conferiti al ministero dell’Istruzione dagli elicotteri militari. Il ministro Gamal Eddin Moussa ha tenuto a precisare che i compiti dei maturandi, in attesa di essere corretti e valutati, saranno sorvegliati dai carrarmati. Come forma di dissuasione nei confronti dei partecipanti al sit-in dei cristiani copti davanti alla sede della tivù di Stato, nel quartiere di Maspero al Cairo (durato per 13 giorni a partire dal 5 maggio), l’esercito sarebbe addirittura arrivato ad arrestare i maturandi per impedire loro di partecipare alle prove d’esame, subordinando il rilascio alla cessazione di ogni forma di protesta.

Nel Paese delle Piramidi, fino ad ora, la scelta della facoltà universitaria è legata ai voti conseguiti alla maturità. Solo per chi ottiene la media più alta si aprono le porte di medicina, ingegneria e farmacia, le facoltà ritenute più remunerative a livello professionale. Per gli altri, solo soluzioni di ripiego. La riforma dell’accesso alle facoltà universitarie è tra quelle in agenda nell’Egitto post-rivoluzionario. Ma intanto l’esame di maturità, oltre che un incubo per studenti e familiari, sta vivendo i contraccolpi di una situazione sociale tutt’altro che tranquilla. In questo panorama c’è chi coltiva l’illusione che, nel dopo Mubarak, ci siano margini d’impunità per chi viola le regole. Il rischio paventato da alcuni è che, di fronte a irregolarità e violenze eclatanti, le prove possano venire invalidate.

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