L’Autorità israeliana per le antichità ha riportato alla luce i resti di una chiesa bizantina nella città costiera di Akko. L'edificio risale probabilmente a 1.500 anni fa e costituisce una testimonianza archeologica dell'importanza che Acri rivestiva in seno alle comunità cristiane dei primi secoli.
(Milano/g.s.) – L’Autorità israeliana per le antichità ha reso noto nei giorni scorsi di aver riportato alla luce, nella città costiera di Akko, i resti di un ampio edificio risalente a 1.500 anni fa. Gli archeologi, intervenuti in prossimità di uno scavo illegalmente effettuato nella zona orientale della città (dove sta per essere realizzato un centro commerciale) ritengono di avere a che fare con le rovine di una chiesa bizantina. In passato altri edifici bizantini erano stati indagati, ma tutti situati a ridosso della riva del mare.
Secondo quanto Nurit Page, responsabile degli scavi, ha riferito al quotidiano Haaretz nei giorni scorsi, il ritrovamento rappresenterebbe una testimonianza archeologica dell’importanza che l’antica città Acri (San Giovanni d’Acri per i crociati) rivestiva già, come sede episcopale, nei primi secoli cristiani.
Sotto le fondamenta del luogo di culto cristiano, gli archeologi hanno trovato reperti d’epoca ancora precedente (il periodo ellenistico), tra cui alcune anfore provenienti probabilmente dall’isola greca di Rodi.