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A Gerusalemme, in cammino con Chiara

suor Mariachiara *
22 luglio 2011
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Notte della Domenica delle Palme 1211: Chiara, una giovanissima ragazza di Assisi, primogenita di una delle famiglie più nobili e ricche della città, lascia la casa paterna per seguire le orme del Signore Gesù, attratta dal Vangelo annunciato e vissuto dal suo concittadino Francesco. Una fuga compiuta nella notte, senza rumore, senza proiettori, camminando veloce verso la piccola chiesetta della Porziuncola dove Francesco e i primi suoi compagni l’attendevano.

Un gesto, un desiderio folle il suo, che lasciava alle spalle sicurezza e privilegi, onore e ricchezza per abbracciare la povertà del Figlio di Dio. Il suo cuore di ragazza non poteva intuire che 800 anni dopo – come noi oggi Clarisse del 2011 – guardiamo a quel momento come ad una tappa sorgiva della storia del nostro Ordine di Sorelle Povere. Celebriamo infatti, quest’anno, l’VIII centenario di fondazione che si concluderà l’11 agosto 2012, solennità della nostra madre santa Chiara.

E anche noi a Gerusalemme, in comunione con i frati della Custodia di Terra Santa, siamo entrate nella grazia di quest’anno giubilare. A pensarci bene, sono stati due i momenti significativi che hanno segnato questo «inizio». Il primo, più ufficioso, è stato una sorpresa, un dono inatteso vissuto con i giovani frati chierici dello studentato del convento di San Salvatore di Gerusalemme, accompagnati dal loro maestro. Sono venuti, una ventina, a piedi dalla Città Vecchia; ci siamo raccolti in giardino, ai piedi del grande crocifisso, e da lì abbiamo iniziato insieme un cammino con le torce accese, facendo memoria di quella stessa fuga di Chiara, fino ad arrivare ai piedi dell’altare della chiesa. Custodiamo in cuore questo momento così semplice, suggestivo, eppure vero, dalla tonalità spiccatamente francescana.

L’altro inizio, più ufficiale, l’abbiamo vissuto l’indomani della Domenica delle Palme, lunedì santo, con una solenne celebrazione eucaristica di apertura, presieduta dal Custode fra Pierbattista Pizzaballa e concelebrata da una trentina di sacerdoti, alcuni diocesani, tanti frati e una piccola rappresentanza di altre congregazioni religiose della piccola Chiesa gerosolimitana; non è mancata la presenza di amici del monastero, degli ospiti della foresteria, di vicini di casa, anche ebrei.

Per noi ha avuto uno scenario particolarissimo l’inizio della celebrazione: tutti ci siamo ritrovati sulla terrazza del grande giardino del monastero, una terrazza che si affaccia sulla valle del Cedron, che apre l’orizzonte sul Monte degli Ulivi che si staglia proprio di fronte. Gli occhi hanno potuto spaziare fin là, intravedendo da lontano il percorso che quasi duemila anni fa il Signore ha fatto per entrare nella Città Santa, la prima «processione delle Palme», quella originale, quella che ha inaugurato la prima Settimana santa, quella che ha condotto i passi di Gesù verso la sua Pasqua. Un percorso che si ripete tutti gli anni e che è uno dei momenti ecclesiali piú forti della Chiesa di Terra Santa.

Ed eravamo lì, di fronte al Monte degli Ulivi, noi piccola comunità clariana di Gerusalemme, anche le più anziane accompagnate per mano – solo due attendevano in casa, guardando dalla finestra o attendendo in coro -, fino alla più giovane che muove i suoi primi passi in monastero. Tredici sorelle di cinque nazionalità, quattro continenti, una piccola porzione concentrata di mondo, come lo è, in fondo, Gerusalemme con la sua molteplicità di volti, di religioni, di provenienze. Anche noi, abbiamo scelto di metterci in cammino come ha fatto Chiara, come ha fatto Gesù. Un cammino che – lo sappiamo bene – conduce alla Pasqua. Un cammino che è un esodo, che – ora come allora – chiede la stessa fede, la stessa fiducia, la stessa docilità nel lasciarci trasformare il cuore.

(* L’autrice è claustrale nel monastero delle clarisse a Gerusalemme)

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