Canti e danze durante un convegno giovanile cattolico, il 29 maggio scorso, davanti alla sede del patriarca maronita a Bkerke in Libano. (le foto sono di Carlo Giorgi) [1/11]
Il monastero di Sant'Antonio di Kozhaya è uno dei più importanti dei molti presenti nella valle di Qadisha, anche perché qui venne installata una delle prime tipografie del Medio Oriente, ancora visitabile.
Nel monastero, i cristiani stampavano i testi che le autorità musulmane avevano messo al bando.
Panoramica della valle di Qadisha, chiamata anche «Valle dei santi». I cristiani maroniti, in fuga dalle persecuzioni dei musulmani, si rifugiarono fin dal V secolo sull'altipiano che domina l'impervia valle, preservando la fede e l'indipendenza.
Gli edifici della residenza estiva del patriarca maronita, a Dimane, nella valle di Qadisha.
Nei pressi della residenza estiva patriarcale, a Dimane, si trova il cosiddetto «Giardino dei patriarchi», con la chiesa e lo storico santuario di Santo Stefano.
Monaci in preghiera nel santuario presso la casa di san Charbel.
La statua di san Charbel - uno dei santi più venerati della Chiesa maronita - eretta presso la sua abitazione, nel villaggio di Bekaa Kafra, nella valle di Qadisha.
I resti del monastero di San Giacomo degli Abissini, fondato nella valle di Qadisha nel Tredicesimo secolo.