A Monaco di Baviera dall'11 al 13 di settembre si celebra l'incontro internazionale di preghiera per la pace Bound to Live Together. Religions and Cultures in Dialogue, organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla locale arcidiocesi. Numerosi gli invitati dal Medio Oriente che certamente si confronteranno sui mutamenti in atto nella regione.
(Milano/c.g.) – A Monaco di Baviera dall’11 al 13 di settembre si celebra l’incontro internazionale di preghiera per la pace Bound to Live Together. Religions and Cultures in Dialogue («Destinati a vivere insieme. Religioni e culture in dialogo»), organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla locale arcidiocesi. Un appuntamento di dialogo tra le fedi, in cui il Medio Oriente sarà particolarmente rappresentato da capi religiosi musulmani, ebrei e cristiani. L’incontro, che anticipa di un mese la giornata interreligiosa di preghiera e digiuno voluta da Papa Benedetto ad Assisi il 27 ottobre prossimo, è alla sua ventiquattresima edizione e nasce dal desiderio di dare un seguito concreto all’intuizione avuta da Giovanni Paolo II, nel primo incontro di Assisi, nel 1986.
«Siamo felici che l’incontro si apra proprio in occasione del decimo anniversario dell’attentato alle Torri gemelle di New York – spiega Alberto Quartucci, organizzatore dell’evento per la Comunità di Sant’Egidio -. Quell’attentato, infatti, ha generato in molti sfiducia. Ha prodotto odio, guerre e contrapposizione. In tanti ci hanno detto che quel che facevamo era inutile, che il dialogo non serviva… Invece il dialogo è importante perché, come dice lo stesso titolo dell’incontro, siamo destinati a vivere insieme!»
Saranno quasi cinquecento i delegati presenti a Monaco; di questi, circa 350 sono personalità di primo piano delle grandi religioni. I leader islamici che hanno confermato la loro presenza, arrivano da 25 Paesi diversi, mentre i rappresentanti ebraici – tra cui Shear-Yashuv Cohen, rabbino capo emerito di Haifa, e David Rosen, rabbino capo emerito di Irlanda e membro dell’American Jewish Committee – sono circa una trentina. Nel corso della tre giorni (clicca qui per il programma dettagliato), saranno oltre 30 i panel di incontro e dialogo, molti dei quali relativi al Medio Oriente: dalle tavole rotonde dedicate alla primavera araba in Tunisia ed Egitto; agli incontri sulla pace e la libertà in Medio Oriente; ai forum sui cristiani e le chiese del Medio Oriente. «In questo particolare momento storico siamo contenti di avere con noi, ad esempio, leader cristiani e musulmani provenienti dalla Siria – spiega Quartucci -. Lo stile è quello di un dialogo reale, in un clima di comprensione, ascolto e amicizia. E questo non può che giovare».
Tra le personalità mediorientali presenti a Monaco spiccano tra gli altri Hassan Shafi’e, dell’Università di al-Azhar, Egitto; e, per le Chiese cristiane d’Oriente, Mar Ignatius Joseph III Younan, patriarca della Chiesa siro cattolica; Ghaleb Bader, arcivescovo cattolico di Algeri; Basilios Georges Casmoussa, vescovo siro cattolico (Libano); Jean-Clément Jeanbart, arcivescovo greco cattolico (Siria); Antonios Naguib, cardinale e patriarca di Alessandria dei copti cattolici; Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, metropolita ortodosso, della Chiesa sira. Va segnalato che nell’incontro dedicato al conflitto arabo-israeliano, dal titolo Israeliani e Palestinesi: la pace è possibile? avranno occasione di incontrarsi e parlare due ministri dei Paesi in conflitto: Mahmoud Al Habash, ministro degli Affari religiosi dell’Autorità Palestinese e Daniel Hershkowitz, ministro israeliano della Scienza e della Tecnologia. Allo stesso incontro partecipa anche Elias Chacour, arcivescovo greco melchita di Akko.