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I ripensamenti di Sarah

Giampiero Sandionigi
24 gennaio 2012
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Lo Stato di Israele non lascia indifferenti. Chi più chi meno, tutti ci siamo fatti un’opinione in proposito, o siamo stati costretti a misurarci con gli interrogativi che lo riguardano. Il libro Capire Israele in 60 giorni (e anche meno) - in forma di fumetto - racconta il percorso di revisione che una ventenne ebrea statunitense compie durante un viaggio nella terra dei suoi avi.


Israele, lo Stato di Israele, non lascia indifferenti. Chi più chi meno, tutti ci siamo fatti un’opinione in proposito, o siamo stati costretti a misurarci con gli interrogativi che lo riguardano. Domande che suscitano risposte diverse, a seconda delle prospettive e delle esperienze personali. Risposte che magari taluni hanno mutato, o riconfermato, dopo un soggiorno in Terra Santa.

Il libro Capire Israele in 60 giorni (e anche meno) – in forma di fumetto, ma non per questo riservato a un pubblico giovanile – racconta il percorso di revisione che una ventenne ebrea statunitense (l’autrice) compie durante un viaggio nella terra dei suoi avi.

La narrazione si svolge nel marzo 2007 ed è, sostanzialmente, il diario di un’esperienza vissuta grazie al Taglit Birthright Israel, un programma pensato per consentire ai giovani ebrei di tutto il mondo di trascorrere un soggiorno guidato e gratuito d’una decina di giorni in Israele alla scoperta del Paese, ma anche delle proprie radici religiose e culturali.

Sarah, che è fidanzata con un ragazzo di famiglia musulmana, si decide a partire accompagnata dall’amica Melissa e decisissima a stare in guardia da ogni tentativo di lavaggio del cervello. Cresciuta con idee aperte e sensibile alle sofferenze del popolo palestinese, la ragazza conta di tornare a casa rinfrancata nelle sue posizioni, dopo aver constatato la realtà con i propri occhi. Invece, visitando alcuni dei luoghi più significativi per Israele e ascoltando varie testimonianze, entra in crisi e finisce per ammettere a sé stessa un nuovo senso di appartenenza a quella terra e a quel popolo, le cui contraddizioni non sono più sufficienti a respingerla.

Il percorso di Sarah è certamente unico e tipico. Tuttavia l’aver deciso di condividerlo con un vasto pubblico tramite un racconto a fumetti ben congegnato è probabilmente frutto di una scommessa: che anche altri, nonostante tutto, possano riconsiderare il proprio scetticismo e dar credito a Israele, o quanto meno fare qualche passo avanti nel tentativo di comprendere.

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