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Tauran: «C’è voglia di pace in Terra Santa»

Terrasanta.net
20 marzo 2012
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Tauran: «C’è voglia di pace in Terra Santa»
Il cardinal Jean-Louis Tauran intervistato da Al Jazeera.

Il cardinal Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ha rilasciato nei giorni scorsi un'intervista esclusiva ad Al Jazeera per spiegare la posizione della Santa Sede sulla situazione mediorientale. Vari i temi toccati: dall'emigrazione dei cristiani alla questione di uno statuto speciale per Gerusalemme.


(Milano/c.g.) – «Se i cristiani se ne andranno dal Medio Oriente sarà una tragedia». Il cardinal Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ha rilasciato nei giorni scorsi ad Al Jazeera un’intervista esclusiva per spiegare la posizione della Santa Sede sulla situazione mediorientale.

Al Jazeera è la più importante televisione satellitare del Qatar, molto popolare in tutto il mondo arabo. Nel corso della cosiddetta Primavera araba ha avuto un ruolo fondamentale di informazione e supporto ai movimenti di protesta di Tunisia, Egitto, Libia e Siria. Un’intervista di Al Jazeera al massimo esponente vaticano del dialogo con il mondo musulmano ha, quindi, anche un particolare valore nella direzione dell’ascolto e del dialogo tra le religioni.

L’intervista (disponibile in lingua inglese anche sul sito web dell’emittente del Qatar) parte da alcuni fatti che denunciano la situazione di sofferenza dei cristiani che vivono in società arabe o musulmane: l’esodo massiccio dall’Iraq a partire dall’invasione americana nel 2003 e ripetuti attentati in Egitto e Nigeria.

Il cardinal Tauran, pur non sbilanciandosi sul fatto che esista o meno una strategia volta all’allontanamento dei cristiani dai Paesi arabi o musulmani, lancia un allarme: «A mio avviso la grande tentazione dei cristiani del Medio Oriente è quella di andarsene – spiega Tauran -. Penso che se i cristiani se ne andassero dal Medio Oriente sarebbe una tragedia. Innanzitutto perché lascerebbero la terra in cui sono nati, visto che da sempre i cristiani sono stati in Medio Oriente. Inoltre, in questo modo i luoghi santi diverrebbero solo dei musei e questa sarebbe davvero una catastrofe. Non si può negare che i cristiani siano il bersaglio di una specie di opposizione. Sono stato in Medio Oriente molti anni e quel che ho capito è che i cristiani si sentono cittadini di seconda classe nei Paesi in cui i musulmani sono la maggioranza».

Nell’intervista Tauran affronta, tra l’altro, il tema della cattiva accoglienza dell’Islam in Europa, spesso «dovuta all’ignoranza», menziona il discorso di Papa Benedetto XVI a Ratisbona il 12 settembre 2006, da cui derivarono incomprensioni e polemiche con i musulmani; la cronica incapacità di trovare un accordo di pace in Terra Santa, tra israeliani e palestinesi: «La mia impressione è che la gente comune sia pronta alla pace in Terra Santa – spiega Tauran -. Il problema risiede nell’ambizione dei progetti dei leader politici. Per la Santa Sede, una questione fondamentale per la Terra Santa è quella dei Luoghi Santi. Sono profondamente convinto che se il problema dei Luoghi Santi non sarà adeguatamente risolto, non ci sarà pace in Medio Oriente. Se si considerano gli argomenti trattati dai contendenti nei colloqui di pace, si vede come non si parli mai dei Luoghi Santi e la Santa Sede è la sola a ricordare che non se ne potrà parlare solo all’ultimo minuto; si tratta di un problema estremamente complesso che va affrontato con intelligenza e con una buona conoscenza della storia. La Santa Sede è favorevole a uno statuto speciale, garantito internazionalmente, della parte di Gerusalemme dove si trovano i luoghi santi delle tre grandi religioni, visitati dai credenti»

Alla domanda su cosa, di pratico, si possa fare a favore del dialogo e della pace, il cardinal Tauran ha risposto che «sia in Occidente sia in Oriente, il futuro è nella scuola e nell’università. Occorre insegnare la storia in modo che ci sia un terreno comune – ha spiegato il porporato -. Ho avuto modo di vedere, ad esempio, un libro che adottato nelle scuole pubbliche in Medio Oriente: i cristiani non vi sono mai nominati come cristiani ma come “miscredenti”. Non è giusto. I cristiani sono cristiani, è una questione di onestà. A scuola si possono forgiare le nazioni e allargare le menti; è a scuola che si possono fornire strumenti condivisi per poter affrontare il dialogo».

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