Ieri, 29 luglio, dopo la consueta preghiera domenicale dell’Angelus, dalla sua residenza estiva di Castel Gandolfo il Papa ha ricordato la crisi siriana chiedendo assistenza umanitaria per la popolazione colpita dalla violenza e la fine degli spargimenti di sangue. Benedetto XVI ha menzionato anche l'Iraq, stravolto da una nuova ondata di attentati.
(Milano/c.g.) – Ieri, 29 luglio, dopo la consueta preghiera domenicale dell’Angelus, dalla sua residenza estiva di Castel Gandolfo il Papa ha ricordato la crisi siriana con queste parole: «Continuo a seguire con apprensione i tragici e crescenti episodi di violenza in Siria con la triste sequenza di morti e feriti, anche tra i civili, e un ingente numero di sfollati interni e di rifugiati nei Paesi limitrofi. Per questi chiedo che sia garantita la necessaria assistenza umanitaria e l’aiuto solidale. Nel rinnovare la mia vicinanza alla popolazione sofferente ed il ricordo nella preghiera, rinnovo un pressante appello, perché si ponga fine ad ogni violenza e spargimento di sangue. Chiedo a Dio la sapienza del cuore, in particolare per quanti hanno maggiori responsabilità, perché non venga risparmiato alcuno sforzo nella ricerca della pace, anche da parte della comunità internazionale, attraverso il dialogo e la riconciliazione, in vista di un’adeguata soluzione politica del conflitto».
Secondo l’Onu, sarebbero 200 mila i civili siriani in fuga da Aleppo (tra le maggiori città del Paese, con i suoi oltre due milioni di abitanti). L’enorme esodo di profughi è causato dal terrore della popolazione per la minaccia di un massiccio intervento dell’esercito. L’opposizione siriana, infatti, domenica ha accusato il governo di stare preparando un «massacro» in città.
Secondo il corrispondente dell’agenzia France Presse, i ribelli avrebbero respinto un primo assalto delle truppe regolari che nel frattempo danno voce alle artiglierie. Valerie Amos, responsabile dell’ufficio umanitario Onu in Siria, ha dichiarato di essere estremamente preoccupata per l’impatto del bombardamento e dell’uso dei carri armati contro i civili, ad Aleppo come nelle altre grandi città. La battaglia di Aleppo, infine, è considerata da molti di importanza strategica: si ritiene infatti che una parte vitale delle forze dei ribelli siano concentrate in città. Kofi Annan, l’inviato dell’Onu e della Lega araba, ha nuovamente chiesto alle parti in causa di fermarsi, sostenendo che solo una soluzione politica potrà porre fine al conflitto. Secondo gli oppositori al regime, sarebbero almeno 20 mila i morti dal marzo 2011.
Nel suo incontro domenicale coi fedeli, ieri il Papa ha anche richiamato l’attenzione sull’Iraq, con queste parole: «Il mio pensiero si rivolge anche alla cara Nazione irachena, colpita in questi ultimi giorni da numerosi e gravi attentati che hanno provocato molti morti e feriti. Possa questo grande Paese trovare la via della stabilità, della riconciliazione e della pace». Nell’ultima settimana almeno un’ottantina di persone, secondo quanto ha riportato la stampa internazionale, ha perso la vita a causa in una catena di attentati avvenuti in varie zone del Paese. I bersagli primari degli attacchi sarebbero state le forze di sicurezza.