La Parola del Signore corra e sia glorificata» (2Ts 3,1): possa questo Anno della fede rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duraturo» (Porta fidei, n. 15). È uno dei passaggi conclusivi del motu proprio con il quale Benedetto XVI ha indetto, a partire dall’11 ottobre scorso, l’Anno della fede, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del concilio Vaticano II. Un’occasione per suscitare «in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza» (n. 9).
Nel contesto della Terra Santa la presenza delle altre religioni è un ulteriore impulso ad approfondire le ragioni della fede. In ciascuna delle tradizioni religiose, unite dalla fede nell’unico Dio, è possibile trovare quei «semi del Verbo» indicati dal magistero conciliare.
In questo dossier, dedicato appunto al «credere come fonte di vita», abbiamo chiesto a tre esperti di declinare il tema della fede all’interno di ebraismo, cristianesimo e islam. Ne esce un quadro sinfonico, che – pur nelle differenze – aiuta anche noi cristiani ad aprirci «alla vita di comunione con Dio» e a lasciare che il nostro cuore venga plasmato «dalla grazia che trasforma» (n.1).
Giuseppe Caffulli
(Questo testo è l’Introduzione al Dossier pubblicato nelle 16 pagine centrali di Terrasanta su carta)