«Il Libano è arrivato al limite massimo di sopportazione: abbiamo bisogno con urgenza del soccorso della comunità internazionale». A lanciare il drammatico appello è stato il presidente libanese Michel Sleiman. Secondo le autorità libanesi, il Paese sta ospitando circa un milione di rifugiati siriani, di cui solo un terzo registrato ufficialmente.
(Milano/c.g.) – «Il Libano è arrivato al limite massimo di sopportazione: abbiamo bisogno con urgenza del soccorso della comunità internazionale». A lanciare il drammatico appello ripreso dai media arabi, è stato due giorni fa il presidente libanese Michel Sleiman. Secondo le autorità libanesi, il Paese sta ospitando circa un milione di rifugiati siriani, di cui solo un terzo registrato ufficialmente. Sleiman ha denunciato il fatto che un milione di profughi siriani, sommati alla popolazione palestinese già ospitata nei campi libanesi, porta il totale dei rifugiati a toccare un quarto della popolazione del Paese.
«Questi numeri superano la capacità di sopportazione di qualsiasi Paese… – ha tuonato Sleiman –. E non è solo questione di aiuti materiali: ormai siamo saturi sia da un punto di vista demografico sia da quello dello spazio a disposizione. La presenza di una tale massa di persone sta producendo incertezza e gravi conseguenze sociali ed economiche».
Sleiman ha richiesto perciò la solidarietà internazionale onde poter far fronte all’ondata di esuli in fuga dalla guerra in Siria; conflitto che rischia di mandare a fuoco la piccola nazione mediterranea. «Quando divampa un fuoco vicino a casa tua – ha spiegato -, devi immaginare che potrebbe estendersi e devi cercare di impedire che ti raggiunga».
Il presidente libanese ha anche invocato una conferenza internazionale che trovi le strade possibili perché altri Paesi si carichino del peso di così tanti rifugiati. «Il mondo – ha osservato Sleiman – dovrebbe preoccuparsi di come alleviare il Libano da questo giogo. Per motivi umanitari non possiamo rimandare indietro nessuno dei profughi, che sono persone affamate, ferite, impaurite o perseguitate. Ma cosa potremmo fare se ci fosse un’epidemia o una carestia? È necessario che i profughi siriani vengano distribuiti tra più Paesi».
A causa della guerra siriana, in Libano si è già sparso molto sangue: dozzine di persone, in questi due anni, sono state uccise in combattimenti nella città settentrionale di Tripoli, dove una maggioranza sunnita convive con una minoranza alawita che sostiene fortemente il regime del presidente siriano Bashar al Assad.
A causa delle tensioni, lo scorso ottobre un ufficiale della sicurezza libanese è stato assassinato con un’auto bomba nel centro di Beirut, attentato che ha scatenato le proteste della popolazione sunnita del Paese.
«Se la guerra portasse a una divisione della Siria, sarebbe una catastrofe per l’intera regione – ha concluso il presidente libanese –. Ma non avverrà. Occorre che Europa, Russia e Stati Uniti trovino una soluzione politica e la impongano al mondo arabo e alla Siria».