(Milano/c.g.) – Ad un giorno dalla solenne inaugurazione del suo pontificato, Papa Francesco ha già ricevuto l’invito a recarsi in Terra Santa. Oggi il Pontefice ha incontrato in Vaticano, nella Sala Clementina, i rappresentanti delle Chiese cristiane e delle altre religioni. In questa occasione ha rivolto un caloroso saluto al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, successore di sant’Andrea apostolo, che ha chiamato «il mio fratello Andrea», mentre Bartolomeo ha ricambiato il saluto definendo Francesco il «Buon Samaritano dell’America Latina».
Bartolomeo I ha invitato il Pontefice a Costantinopoli per la festa di Sant’Andrea (30 novembre) e ha proposto a Francesco di andare insieme in Terra Santa nel 2014, per ricordare i 50 anni dallo storico abbraccio fra il patriarca Atenagora e papa Paolo VI, pionieri del dialogo cattolico-ortodosso. «L’unità tra i cristiani è la prima e la più importante delle nostre preoccupazioni – ha affermato il patriarca – uno dei presupposti fondamentali affinché la nostra testimonianza cristiana sia credibile agli occhi dei lontani. Per la sua realizzazione è necessario che il dialogo teologico intrapreso prosegua».
Nel corso del suo saluto ai delegati, Papa Francesco si è rivolto in modo speciale ai delegati del popolo ebraico, «al quale ci lega – ha spiegato – uno specialissimo vincolo spirituale, dal momento che, come afferma il Concilio Vaticano II, “la Chiesa di Cristo riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè, e nei profeti” (Decr. Nostra aetate, 4). Vi ringrazio della vostra presenza e confido che, con l’aiuto dell’Altissimo, potremo proseguire proficuamente quel fraterno dialogo che il Concilio auspicava e che si è effettivamente realizzato, portando non pochi frutti, specialmente nel corso degli ultimi decenni. Saluto poi e ringrazio cordialmente tutti voi, cari amici appartenenti ad altre tradizioni religiose; – ha continuato Papa Francesco – innanzitutto i Musulmani, che adorano Dio unico, vivente e misericordioso, e lo invocano nella preghiera».