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Egitto, allarme risorse idriche

Anna Clementi
22 marzo 2013
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Egitto, allarme risorse idriche
Il tratto di Nilo che attaversa la capitale egiziana. (foto A. Clementi)

Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell'acqua, voluta dall'Onu per ricordare l'importanza di questa indispensabile risorsa. Il tema scelto quest'anno è la cooperazione, ritenuta fondamentale per una divisione idrica giusta ed equa e per la diffusione di una cultura di pace. Tra i Paesi che guardano a questo tema con preoccupazione c'è anche l'Egitto...


(Il Cairo) – Si celebra oggi, 22 marzo, la Giornata mondiale dell’acqua istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per ricordare l’importanza di questa indispensabile risorsa. Quest’anno il tema scelto per la ricorrenza è la cooperazione, ritenuta fondamentale per una divisione idrica giusta ed equa e per la diffusione di una cultura di pace. Tra i Paesi che guardano all’argomento con preoccupazione e apprensione c’è anche l’Egitto, che negli ultimi anni sta combattendo una vera e propria battaglia contro la crisi idrica.

«Egitto, dono del Nilo», scriveva nel Quinto secolo a.C. lo storico greco Erodoto. Non ci può essere espressione più adatta per descrivere il rapporto tra questo Paese e il suo fiume. Fin dall’antichità gli egiziani hanno tratto la propria linfa vitale dalle sue acque e dalle periodiche inondazioni che coprivano per mesi i campi agricoli depositando un sottile strato di fango – il limo – che rendeva la terra fertilissima. Tuttavia, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, con la costruzione di grandi opere idriche, la diminuzione delle terre agricole e il costante aumento della popolazione, l’Egitto ha pian piano visto diminuire le proprie riserve di acqua dolce. Addirittura, secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, il Paese, tra 10 anni, potrebbe avere seri problemi idrici.

«La situazione peggiora giorno dopo giorno» spiega l’esperto di politiche idriche Hani Raslan, del Centro di Studi politici e strategici Al-Ahram, al Cairo. «Il consumo medio pro capite di un egiziano è di circa 700 metri cubi all’anno, mentre la media mondiale è di circa 1.000 metri cubi. E le previsioni non sono buone: tra qualche anno il consumo potrebbe scendere a 500».

A preoccupare Hani non è tanto l’utilizzo domestico – che costituisce meno del 20 per cento del consumo annuale egiziano – ma quello agricolo. Secondo i dati del ministero delle Risorse idriche e dell’Irrigazione, nel 2025 la popolazione passerà dagli 82 milioni di abitanti attuali ai 98 milioni, e pertanto la richiesta idrica per irrigare i campi aumenterà di almeno un quinto.

Oltre all’instabile situazione interna, l’Egitto deve anche affrontare forti pressioni internazionali da parte di nuovi attori politici regionali. Nel 2010, il Kenya, il Burundi, l’Etiopia, il Rwanda, l’Uganda e la Tanzania, sei Paesi dell’Alto corso del Nilo – membri dell’organizzazione inter-governamentale Iniziativa del Bacino del Nilo – hanno sfidato la divisione monopolistica delle acque del Nilo fatta in età coloniale che ha assegnato all’Egitto e al Sudan un controllo assoluto delle acque di questo fiume. A maggio 2010 questi Stati hanno firmato un accordo per una divisione equa delle acque del Nilo, accordo che l’Egitto non ha riconosciuto.

A preoccupare ulteriormente l’instabile governo egiziano, è il nuovo progetto etiope – da quasi 5 miliardi di dollari – di costruire un sistema di dighe per produrre energia elettrica. Una volta realizzata, la Diga del Rinascimento, questo il nome dell’opera, sarà il più grande progetto idroelettrico di tutto il continente africano. «Il 95 per cento delle riserve idriche dell’Egitto provengono dal Nilo – continua Hani -. Perdere una parte di queste risorse significa esasperare ancora di più la già difficile situazione della popolazione».

Tuttavia, a meno che questi Paesi non decidano di cooperare per arrivare a una suddivisione equilibrata delle risorse idriche ed elettriche, la situazione è destinata ad aggravarsi. In un contesto in cui popolazione è stanca ed insoddisfatta dopo più di due anni di proteste che hanno portato solo ad una maggiore instabilità politica, una diminuzione delle risorse idriche del Nilo potrebbe provocare un aumento del costo dell’approvvigionamento dell’acqua, una dipendenza ancora maggiore dalle importazioni agricole e un conseguente aumento del prezzo dei prodotti… In una situazione già tesa e instabile, potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.

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