Nell’ultima Udienza generale del pontificato, il 27 febbraio 2013, papa Benedetto XVI ha voluto volgere lo sguardo verso il Mare di Galilea, confidando di essersi «sentito come san Pietro con gli apostoli nella barca sul lago di Galilea», talvolta con le «acque agitate ed il vento contrario», e con il Signore che «sembrava dormire», ma di essere stato comunque sempre confortato dalla certezza «che in quella barca c’è il Signore», al quale appartiene questa barca che è la Chiesa, che Egli stesso conduce e non lascerà mai affondare.
Questa infallibile certezza, che ha sostenuto, tra tutte le difficoltà, il Pontefice ora emerito, e che darà ugualmente forza al suo Successore, come a tutti noi credenti in Cristo, è alimentata nei cuori dei credenti dalla perenne testimonianza della Terra Santa, dei Luoghi Santi. Il credente trae forza dal vedere che la Terra che Gesù e gli Apostoli percorrevano, e il lago che attraversavano, sono sempre lì a raccontare la loro storia e che, accanto al lago, la Casa di Cafarnao, in cui Pietro accolse il Messia, si fa sempre trovare dai suoi discepoli. Le certezze della Chiesa non si esauriscono nelle proposizioni scolastiche, che le espongono, né da esse in sé nascono, ma originano piuttosto dallo stesso Evento che si è svolto e manifestato per l’ingresso del Creatore nel creato, quindi nel tempo e perciò nello spazio.
L’indomani, nel discorso d’addio al Collegio cardinalizio, poche ore prima di cessare dall’ufficio, Benedetto XVI ha rievocato, in effetti, Nazaret, luogo dell’Incarnazione del Verbo, parlando dei fedeli di Cristo, i quali, «come la Vergine Maria, accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo», e ricordando a tutti che, «attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre» e «Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi». Ora se Cristo, nella Chiesa, cammina sempre «attraverso i tempi e tutti i luoghi», è proprio perché, al suo primo Avvento, Egli camminava veramente in un tempo e in luoghi determinati. Quel tempo particolare, giusto perché è tempo, è irreversibilmente passato, ma ce ne parlano ancora, «attraverso i tempi», che inarrestabilmente si succedono, quegli stessi luoghi che il Signore abitava e attraversava. Ed è proprio perché Gesù in questi luoghi così circoscritti veramente camminava, che abbiamo l’incrollabile certezza che Egli, risorto e vivente nella sua Chiesa, mai si ferma né si assenta, ma continua a camminare nei tempi attraverso tutti i luoghi dell’umanità. E se oggi, ovunque si trovino i credenti in lui, essi sono capaci di «generare Cristo nel mondo», è perché, di fatto, una volta, in un tempo e quindi in un luogo ben determinato, a Nazaret, la Vergine Maria, per opera dello Spirito Santo, accolse la Parola di Dio e la concepì nel suo grembo.
Quando leggerete queste parole, probabilmente, la Sede Apostolica non sarà più vacante, e un nuovo Successore di Pietro sarà alla guida della Chiesa di Cristo.
In tanti si apprestano in questi giorni a formulare i più svariati proponimenti per il nuovo Pontificato, ed è prevedibile che il loro numero non diminuirà a pontificato avviato. Sia lecito a un semplice francescano di Terra Santa manifestare questo auspicio: che il Papa voglia, e che Dio glielo conceda, di far ritorno a questi luoghi e di riproporne ancora, davanti alla Chiesa e all’umanità, la testimonianza.