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La crisi economica egiziana produce nuovi flussi di migranti

Terrasanta.net
19 aprile 2013
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La crisi economica egiziana produce nuovi flussi di migranti
Un'imbarcazione di migranti solca le acque del Mediterraneo.

È in crescita l’immigrazione illegale dei cittadini egiziani in tutti i Paesi vicini, Italia compresa, a causa della disoccupazione e della persistente crisi economica. Questi migranti affrontano difficoltà e problemi sia nel trasferimento verso i Paesi prescelti sia durante il soggiorno come illegali. Molti vengono fermati e rimpatriati.


(Milano/c.g.) – È in crescita l’immigrazione illegale dei cittadini egiziani in tutti i Paesi vicini, Italia compresa, a causa della disoccupazione e della persistente crisi economica. Secondo il giornale egiziano Daily News, il ministero degli Esteri del Cairo ha comunicato che, solo la scorsa settimana, almeno cento egiziani emigrati illegalmente in altri Paesi sono stati arrestati e rimandati in patria.

Martedì Mena, l’agenzia di Stato egiziana, ha dato la notizia che 78 egiziani erano stati costretti a rientrare dalla Libia il giorno precedente, perché privi di documenti. Il ministero degli Esteri ha confermato che 11 cittadini egiziani – poi rimpatriati – erano stati arrestati in Yemen, per essere entrati illegalmente nel Paese dall’Arabia Saudita. Altri 6 egiziani sono stati arrestati in Angola con l’accusa di risiedere nel Paese illegalmente; e anche in questo caso sono stati rimpatriati.

Anche in Giordania i cittadini egiziani senza le carte in regola i hanno dovuto fare i conti con la giustizia: recentemente le autorità giordane hanno minacciato di deportare centinaia di lavoratori egiziani irregolari, ma alla fine Il Cairo e Amman hanno trovato un compromesso per concedere agli emigrati un permesso di lavoro ad hoc.

Il recente fenomeno migratorio egiziano riguarda anche l’Italia: a fine marzo con il miglioramento del meteo e delle condizioni del mare, 86 immigrati egiziani (tra cui anche diversi minorenni) sono sbarcati in Sicilia, ad Arcile di Brucoli, nel siracusano, dopo aver attraversato il Mediterraneo con una imbarcazione di legno di 14 metri di lunghezza. Considerata la crisi economica in cui versa il Paese, c’è da aspettarsi che gli sbarchi dall’Egitto continuino.

Negli scorsi mesi è stata comunque la Libia a condurre la repressione più severa nei confronti degli immigrati irregolari egiziani, arrestandone e deportandone centinaia privi di documenti. In gennaio Tripoli ne ha rimandati a casa 170 e, a marzo, 256. La tensione tra i due Paesi è aumentata anche a causa del clima fondamentalista che si sta radicando in alcune regioni della Libia, in particolare nella zona di Bengasi, dove alcuni cittadini egiziani di religione copta sono stati oggetto di violenze e arresti. I rapporti tra i due Paesi si sono complicati al punto che, la scorsa settimana, le forze armate di Libia ed Egitto hanno voluto firmare un accordo di cooperazione per garantire la sicurezza dei confini e ristabilire buone relazioni.

La tensione tra Libia ed Egitto rischia di mettere in crisi la cosiddetta Dichiarazione del Cairo, firmata nel luglio 2012, dai tre ministri degli Esteri di Libia, Tunisia ed Egitto. Con quel documento i tre ministri si proponevano di raggiungere gradualmente una «zona di libero scambio e movimento» tra i loro Paesi, con l’obiettivo di incentivare il turismo, gli scambi commerciali e il lavoro.

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