Fino al 10 maggio, in concomitanza con il 23esimo Festival del Cinema Africano, d'Asia e d'America Latina, è allestita a Milano la mostra Creative Syria, una galleria di opere di artisti e creativi siriani, per la prima volta esposta in Italia e curata da Donatella Della Ratta. «La mostra vuole essere un omaggio alla creatività e alla resistenza della società civile siriana», spiega la curatrice.
Fino al 10 maggio, a Milano, in concomitanza con il 23esimo Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina, è allestita la mostra Creative Syria, una galleria di opere di artisti e creativi siriani, per la prima volta esposta in Italia e curata da Donatella Della Ratta.
«La mostra vuole essere un omaggio alla creatività e alla resistenza della società civile siriana – spiega la curatrice –. L’idea è di mettere insieme artisti siriani più noti, come Tammam Azzam o Kevork Mourad, assieme a alla creatività anonima dei social network, per far vedere come il popolo siriano cerchi di resistere anche creativamente alla violenza».
La mostra segue dunque due percorsi: il primo composto dalle opere degli artisti con la A maiuscola (su cui spicca la sala intera dedicata alla collezione delle opere dal titolo Syrian Museum, di Tammam Azzam); il secondo costituito dai contributi virali e anonimi, che hanno invaso la Rete, come l’opera del Collettivo studentesco dell’Università di Aleppo, postata il giorno dopo il sanguinoso bombardamento dell’ateneo, per commemorare gli studenti caduti. Completa la mostra una sala che trasmette video di registi siriani e contributi di attivisti e anonimi cittadini, finalizzati a denunciare la violenza e la sopraffazione che sta vivendo la Siria oggi.
«La mostra che esponiamo a Milano è una piccola costola di una serie di altre mostre che sono state già allestite in Paesi come l’Olanda e la Danimarca – racconta la Della Ratta –. L’idea che la anima è quella di portare alla luce le molte opere della creatività siriana, per mostrare come quel popolo voglia resistere creativamente alla violenza. Io stessa sono stata testimone di forme di resistenza pacifica a Damasco, i primi mesi della rivoluzione. Ad esempio, una volta, in una piazza molto centrale di Damasco alcuni attivisti hanno messo degli altoparlanti nei bidoni dell’immondizia e con dei telecomandi li attivavano nello stesso momento, facendo risuonare un inno della rivoluzione siriana. La musica veniva da tutte le direzioni e la polizia siriana, che cercava di capire chi stesse cantando e suonando, non sapeva cosa fare… Un’altra volta, dalla montagna sovrastante Damasco sono state fatte scendere migliaia di palline da ping pong con scritto sopra «libertà», con un effetto a cascata sorprendente…».
Quasi tutte le opere della mostra sono state donate dagli artisti e sono messe all’asta, per raccogliere fondi a favore del Comitato medico siriano, un’associazione con sede a Parigi ma attiva in Siria, che si occupa di curare le vittime della violenza di questi mesi. Alla fine del percorso della mostra, chi volesse partecipare all’asta può scrivere su un foglio la sua preferenza, i suoi contatti e la cifra che è disposto a offrire. Al termine dell’esposizione, il 10 maggio, la scatola verrà aperta e i gli offerenti vincitori, contattati per la consegna delle opere.
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Fino al 10 maggio, Creative Syria – Festival Center – Casello Ovest di Porta Venezia (MM Porta Venezia) tutti i giorni dalle 10 alle 21.