Ieri, 3 giugno, il Consiglio delle Istituzioni religiose della Terra Santa – organo di coordinamento tra il Gran Rabbinato di Israele, il ministero degli Affari religiosi dell’Autonomia palestinese e i capi delle Chiese locali – ha espresso pubblicamente il proprio rammarico per il ripetersi dei gesti di oltraggio ai luoghi sacri.
(Milano/g.s.) – Nella giornata di ieri, 3 giugno, il Consiglio delle Istituzioni religiose della Terra Santa – organo di coordinamento tra il Gran Rabbinato di Israele, il ministero degli Affari religiosi dell’Autonomia palestinese e i capi delle Chiese locali – ha espresso pubblicamente il proprio rammarico per il ripetersi dei gesti di oltraggio ai luoghi sacri.
Come ha fatto già più volte in passato il Consiglio ha diffuso una dichiarazione pubblica di rammarico e condanna. «Nel corso del mese di maggio – si legge nel testo – un numero senza precedenti di luoghi sacri delle tre religioni (giudaica, cristiana e musulmana – ndr) sono stati attaccati, alcuni ripetutamente. Graffiti offensivi hanno dissacrato sinagoghe a Bat Yam e Haifa, sepolture a As-Sawiya e la chiesa della Dormizione sul Monte Sion. Il Consiglio considera spregevoli questi attacchi ai luoghi sacri e ritiene che contribuiscano a creare un’atmosfera di divisione e ostilità».
Il comunicato ufficiale si chiude con l’appello «alle forze di polizia e alle rispettive municipalità perché facciano tutto il possibile per prevenire simili attacchi e ripristinare la sicurezza e il rispetto dei luoghi sacri di tutte le religioni».
Il Consiglio delle istituzioni religiose della Terra Santa fu creato nel 2005 e prende le mosse dalla convinzione che «l’essenza della religione sia rendere culto a D-o e rispettare la vita e la dignità di tutti gli esseri umani». Le principali finalità di questo organismo sono «impedire che la religione sia usata come fonte di conflitto e promuovere il reciproco rispetto, la riconciliazione e una pace giusta e completa tra i popoli di tutte le fedi in Terra Santa e in tutto il mondo».