Si gioca anche nelle aule delle università il fragile futuro dei cristiani in Terra Santa. La società mediorientale vede la presenza cristiana ridotta a pochi punti in percentuale: se in Libano i cristiani sono il 30 per cento della popolazione, in Giordania non sono più del 6 per cento e in Israele e Palestina non superano il 2. In questi Paesi, dove i cristiani vivono la scomoda condizione della minoranza, la comunità cattolica si è sempre distinta per la proposta educativa apprezzata da tutti: le decine di scuole della Custodia di Terra Santa, ad esempio, vengono scelte proprio da una maggioranza di studenti musulmani, le cui famiglie apprezzano lo stile e la qualità dell’insegnamento cristiano. Così, anno dopo anno, vengono formate generazioni che imparano a convivere e a rispettare la diversità culturale e religiosa dei vicini. Abbiamo deciso di dedicare questo dossier a una realtà che, negli ultimi decenni, si sta affermando in Terra Santa: quella delle Università cattoliche.
Nel 1973 è nato a Betlemme, sfidando le difficoltà dell’occupazione, il primo ateneo cattolico palestinese; nel 2010 ha iniziato i suoi corsi in Israele il Nazareth Academic Institute, fortemente voluto dalla Chiesa greco cattolica; infine nel 2011, sono iniziate ufficialmente le lezioni dell’Università americana di Madaba, in Giordania, la cui prima pietra era stata posta da Benedetto XVI nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, nel 2009. Mentre in Libano le università cattoliche sono addirittura sette e vantano, in alcuni casi, una tradizione secolare. Vi proponiamo in queste pagine, un viaggio tra le aule, gli studenti e i professori di questi atenei cattolici del Medio Oriente. Per capire come si può costruire una speranza di pace e dialogo per la Terra Santa.
(Questo testo rappresenta l’Introduzione al Dossier delle 16 pagine centrali del bimestrale Terrasanta)