Non ci sono ancora notizie certe sulla sorte dei due vescovi ortodossi rapiti nella città siriana di Aleppo nell’aprile scorso. Di tanto in tanto filtrano però indiscrezioni prive di conferma. Il 23 luglio, ad esempio, il quotidiano turco Hürriyet, riferiva del fermo, e del successivo rilascio, di tre persone sospettate di aver ucciso i due ecclesiastici.
(Milano/e.p.) – Non ci sono ancora notizie certe sulla sorte dei due vescovi ortodossi rapiti nella città siriana di Aleppo nell’aprile scorso.
Di tanto in tanto filtrano illazioni prive di conferma. Il 23 luglio, ad esempio, il quotidiano turco Hürriyet, ha riferito del fermo e del successivo rilascio di tre persone nella provincia anatolica di Konya. Su di loro gravava il sospetto che avessero ucciso i due metropoliti di Aleppo, Boulos Yaziji (greco ortodosso) e Youhanna Ibrahim (siro ortodosso).
Il nipote di uno dei due ecclesiastici rapiti ha però smentito l’ipotesi che lo zio potesse essere stato ucciso. La voce s’era sparsa dopo la diffusione (su Internet) di un video, non datato, in cui si vedevano due cristiani (tra i quali un vescovo) uccisi brutalmente.
Fadi Hurigil, capo della Fondazione della Chiesa ortodossa di Antakya, s’è detto sicuro che in quel video non compaiono i vescovi Boulos Yaziji (che è, tra l’altro, fratello del patriarca greco ortodosso d’Antiochia) o Youhanna Ibrahim.
I due prelati furono rapiti il 22 aprile scorso, alle porte di Aleppo, da uomini armati che li intercettarono mentre, a bordo della stessa auto, provenivano dal confine con la Turchia. Il conducente del veicolo fu ucciso.
Il mese scorso anche il settimanale cattolico britannico The Tablet, citando fonti della regione, aveva insinuato che i due ecclesiastici sono «probabilmente morti», e che «sarebbero stati uccisi il giorno stesso del rapimento».
Alcuni osservatori, però, ritengono che se i due vescovi fossero davvero morti, la notizia sarebbe ormai filtrata. In ogni caso, per avvalorare l’ipotesi dell’assassinio, servirebbero delle prove.
Nella convinzione che i metropoliti siano tuttora vivi, c’è chi auspica maggiori pressioni internazionali da parte dei governi e in particolare di quello turco. Nel corso di eventuali negoziati di pace, gli emissari governativi non avrebbero difficoltà a chiedere ed ottenere la prova dell’esistenza in vita dei due rapiti.
Da parte nostra invitiamo i lettori ad unirsi a noi nella preghiera per il benessere e la libertà dei metropoliti sequestrati e di tutti coloro che soffrono a causa del conflitto in Siria.