Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Territori Palestinesi, precari in casa propria

Terrasanta.net
13 settembre 2013
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile

Nei Territori occupati e a Gerusalemme Est, la casa per molti palestinesi resta un problema serio. Secondo il Comitato israeliano contro la demolizione delle case (Icahd) dal 1967 ad oggi sono state 27 mila le case e le strutture demolite dagli israeliani. Solo nel 2013 sono 438 gli stabili abbattuti e 751 i palestinesi sfollati. Forse novità dalla Corte Suprema.


(Milano/c.g.) – Nei giorni scorsi le autorità israeliane hanno obbligato un palestinese ad abbattere la sua casa a Gerusalemme Est, dove viveva con la moglie e i cinque figli. Secondo l’agenzia palestinese Maan, Shaker Nayef Jaabes aveva acquistato la casa nel quartiere di al-Mukaber dal precedente proprietario, nel 2008. Diversi mesi più tardi, le autorità israeliane gli avevano ordinato di pagare una sanzione di 50mila shekel (oltre 10 mila euro), affermando che la casa era stata costruita senza le autorizzazioni necessarie. Dopo aver pagato la multa, un tribunale israeliano ha ordinato a Jaabes di pagare altri 100 mila shekel (circa 21 mila euro). «Ho semplicemente detto al giudice di non avere i soldi per pagare», ha raccontato Jaabes. A quel punto è arrivato l’ordine di distruggere la casa entro l’8 settembre; altrimenti se ne sarebbe occupata l’amministrazione israeliana, dietro pagamento di 70 mila shekel (quasi 15 mila euro), quale rimborso spese da parte del proprietario.

Secondo il Comitato israeliano contro la demolizione delle case (Icahd) dal 1967 ad oggi sono state 27 mila le case e le strutture palestinesi demolite dagli israeliani nei Territori occupati e a Gerusalemme Est. Nel 2012, secondo la ong, sono state demolite circa 800 strutture (di cui 189 case); di seguito alle demolizioni, 880 palestinesi (di cui oltre la metà bambini) sono stati allontanati dalle loro abitazioni. Nel 2013 (fino ad oggi), invece, sono state 438 le strutture fatte demolire e 751 i palestinesi allontanati da casa.

L’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) il 27 agosto scorso ha espresso preoccupazione per alcune deportazioni forzate da parte delle autorità israeliane nei confronti di palestinesi dei Territori, in seguito alla distruzione delle loro case: in particolare, l’Ohchr si riferiva alle demolizione verificatesi il 19 agosto in almeno sei distinte località palestinesi, Gerusalemme Est inclusa. In uno di questi episodi, Israele ha demolito tutte le strutture della comunità beduina di Tel al Adassa, a Gerusalemme Est, privando di dimora 39 persone, senza offrire loro alcuna alternativa abitativa.

Sempre in tema di abitazioni a Gerusalemme Est, il quotidiano israeliano Haaretz un paio di giorni fa riferiva che i giudici della Corte Suprema israeliana intenderebbero scoraggiare l’applicazione della legge sulle «proprietà di titolari assenti» agli immobili siti a Gerusalemme Est. Fino ad oggi il ricorso a questa normativa ha consentito a molti israeliani di abitare case appartenute a palestinesi, in virtù dell’assenza dei passati inquilini (allontanatisi dai quartieri orientali della città dopo che Israele ne ha assunto il pieno controllo con la guerra arabo-israeliana del 1967). Il tema è scottante perché potrebbero riaprirsi molti contenziosi, tanti quanti sono le abitazioni assegnate a cittadini israeliani dal ’67 ad oggi.

Frère Roger di Taizé
Sabine Laplane

Frère Roger di Taizé

Il profeta della fiducia
La mongolfiera
Mario Lodi

La mongolfiera

Turchia – nuova edizione
Paolo Bizzeti, Sabino Chialà

Turchia – nuova edizione

Chiese e monasteri di tradizione siriaca