L’eventualità di un viaggio del Papa in Terra Santa l’anno prossimo; le speranze per una pace giusta e duratura con i palestinesi; le relazioni Chiesa-Stato sono stati i temi principali dei colloqui avvenuti questa mattina, 2 dicembre, in Vaticano nel corso dell’incontro tra Papa Francesco e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
(Roma/e.p.) – L’eventualità di un viaggio del Papa in Terra Santa l’anno prossimo; le speranze per una pace giusta e duratura con i palestinesi; le relazioni Chiesa-Stato sono stati i temi principali dei colloqui avvenuti questa mattina, 2 dicembre, in Vaticano nel corso dell’incontro tra Papa Francesco e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
In un comunicato diffuso al termine dell’incontro, la Santa Sede ha detto che durante «i cordiali colloqui», durati 25 minuti, «è stata affrontata la complessa situazione politica e sociale del Medio Oriente, con particolare riferimento alla ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi, auspicando che si possa giungere quanto prima ad una soluzione giusta e duratura, nel rispetto dei diritti di ambedue le parti».
Il testo della sala stampa vaticana soggiunge che «oltre ad accennare al progetto di pellegrinaggio del Santo Padre in Terra Santa, sono state affrontate alcune questioni riguardanti i rapporti tra le Autorità statali e le comunità cattoliche locali, nonché tra lo Stato d’Israele e la Santa Sede, con l’auspicio di una pronta conclusione dell’Accordo da tempo in preparazione».
Un accordo che, nonostante talune ottimistiche valutazioni circolate nel corso di quest’anno, non è ancora stato raggiunto.
Durante lo scambio di doni al termine dell’udienza, Netanyahu ha offerto al Papa un libro in spagnolo scritto da suo padre e dedicato all’Inquisizione. Il volume, intitolato Los orígenes de la Inquisición e pubblicato nel 1995, contiene una dedica che recita: «Al più grande pastore e custode del nostro patrimonio comune». Secondo una nota dell’editore, il libro confuta le posizioni di quegli storici che accusano l’Inquisizione di aver preso di mira gli ebrei.
«Il mio spagnolo è praticamente nullo – ha spiegato Netanyahu offrendo il dono al Papa – ma mio padre, che è mancato lo scorso anno, era uno storico e conosceva quella lingua».
Oltre al libro, il premier israeliano ha presentato anche un hanukkiah in argento, il tipico candelabro ebraico a otto bracci (più uno) utilizzato per la celebrazione annuale della festa di Hanukkah, che ricorre proprio in questi giorni.
Da parte sua, Papa Francesco ha offerto al primo ministro un bassorilievo in bronzo raffigurante l’apostolo san Paolo.
Il Pontefice ha già ricevuto lo scorso aprile il presidente israeliano Shimon Peres e in ottobre Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese. Entrambi hanno invitato Bergoglio a recarsi in Terra Santa. Gli uffici del primo ministro israeliano avevano annunciato una visita di Netanyahu al Papa già per il mese scorso, ma l’incontro non si era potuto svolgere per un difetto di comunicazione tra Israele e Santa Sede.
Giorni fa alcune indiscrezioni apparse sui media israeliani hanno annunciato un viaggio papale nella regione verso fine maggio 2014. Questa mattina a margine dell’udienza in Vaticano qualche testimone ha sentito la moglie del primo ministro Netanyahu dire al Papa: «Non vediamo l’ora».
Dal Vaticano, tuttavia, non giunge alcuna conferma. Il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, ha detto ai giornalisti che l’annuncio ufficiale non arriverà prima che un’apposita delegazione vaticana abbia svolto un sopralluogo in tutti i luoghi che potrebbero essere toccati dal viaggio papale. Se dovesse avvenire l’anno prossimo, il viaggio cadrebbe nel cinquantesimo anniversario del viaggio di papa Paolo VI in Terra Santa e del suo incontro con il patriarca ecumenico Atenagora a Gerusalemme.
Al termine dell’udienza papale, la delegazione israeliana, composta da 13 membri, ha anche incontrato il segretario di Stato, mons. Piero Parolin, accompagnato dal sottosegretario per i rapporti con gli Stati, mons. Antoine Camilleri.